Il dio dei puppi
Dio c’è? Può darsi. O forse no. Ma qui ce ne sono addirittura due: il dio degli etero e il dio dei puppi (parola dialettale siciliana finora usata spregiativamente nei confronti dei gay, ma che ambisce a diventare termine universalmente riconosciuto e positivo). La differenza è immediata. Se il primo dà dei comandamenti, il secondo si limita ai suggerimenti ed è anche disposto ad accettarne. «Pubblicazione spuria», come la definiscono i due autori, quest’opera va dalla narrativa intrisa di ironia alla saggistica – con argomentazioni serissime – e nasce dal bisogno di valorizzare le potenzialità rivoluzionarie e di critica sociale della comunità gay, ma anche di metterne in luce gli aspetti negativi. Come quella «maschilità tossica» che a lungo è appartenuta anche al movimento, marginalizzando le altre identità, e che adesso Motta e Accolla mettono in discussione, con il sorriso sulle labbra, per tentare di superarne gli aspetti critici. Da qui l’idea di un dio plasmato a immagine e somiglianza dei «puppi», speculare a un dio degli etero funzionale al patriarcato. E non è un caso se, mentre questo inventava la luce, quell'altro inventava Raffaella Pelloni, in arte Carrà. Con prefazione di Mariano Gallo e Priscilla
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Anno edizione:2025
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