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Questa volta l' ex pistolero Django riprende in mano la sua micidiale mitragliatrice per sgominare un esercito privato di assassini, razziatori e schiavisti guidato da un crudele ufficiale dell’ esercito austroungarico al seguito della fallimentare spedizione di Massimiliano d’ Asburgo in Messico, ossessionato dalla ricerca di un esemplare di farfalla nera tropicale da tempo estinta. Più che il pistolero nerovestito di Sergio Corbucci, in questo film d’ avventura di ambientazione sudamericana sulle rive del fiume Rio Grande girato in Colombia, Franco Nero sembra l’ eroe risorgimentale Giuseppe Garibaldi (oltretutto da lui interpretato in una miniserie televisiva uscita nello stesso anno del film) che combatte i soldati austriaci di metà ottocento con una mitragliatrice della prima guerra mondiale che avrebbe usato più facilmente un più moderno imitatore di Rambo. Per essere girato da un fu regista di pessime commediole da due soldi come "Io zombo, tu zombi egli zomba" non è inguardabile ma i gusti del grosso pubblico italiano di metà anni ottanta erano orientati altrove e fu inevitabilmente un grande fiasco, anche perché certi generi di film li giravano solo gli americani e le imitazioni a basso costo nostrane non le andava a vedere più nessuno. Sarebbe stato meglio anche per l’ attore protagonista reinterpretare quel personaggio all’ epoca del suo successo che più di vent’ anni dopo. Ted Archer (Nello Rossati 1942-2004) tornò a dirigere Nero in una moderna spy-story esotica ancor meno vista di questo “seguito ufficiale” fuori moda di “Django”.
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