Il dolore dell'analista. Dolore psichico e metodo psicoanalitico - Maria Adelaide Lupinacci,Daniele Biondo,Laura Accetti - copertina
Il dolore dell'analista. Dolore psichico e metodo psicoanalitico - Maria Adelaide Lupinacci,Daniele Biondo,Laura Accetti - copertina
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Il dolore dell'analista. Dolore psichico e metodo psicoanalitico
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Descrizione


Sebbene il dolore faccia parte della vita, ritrarsi da esso, ribellarsi contro il dolore proprio e altrui è una reazione istintiva, naturale, quasi inevitabile. Anche nel setting psicoanalitico, il luogo per antonomasia dove il dolore viene espresso ed ascoltato, c'è un'area di dolore che rimane poco esplorata e quasi completamente ignorata: il dolore che l'analista stesso prova per sé e per il paziente. Collegata in modo sostanziale al dolore che il paziente porta (o che il paziente non riesce portare) nella situazione analitica, la risposta emotiva dell'analista è clinicamente evolutiva se egli riesce a 'soffrire' il dolore così inteso e a rimanere in contatto con esso. Frutto dei risultati e delle ricerche di un gruppo di lavoro appositamente costituito, questo studio parte da un'introduzione al tema del dolore come evento psichico ed esplora le connessioni fra l'esperienza del dolore in seduta e il metodo psicoanalitico in riferimento a questioni di clinica e di tecnica. Vengono poi esaminate più nel dettaglio situazioni cliniche che riguardano bambini, adolescenti e adulti. Prefazione di Antonino Ferro. Con due contributi di Tonia Cancrini e di Antonio Gambara.

Dettagli

Libro universitario
252 p., Brossura
9788834016978

Valutazioni e recensioni

  • MARCO ALESSANDRINI

    I pazienti, in terapia psicoanalitica, portano varie modalità del soffrire umano, ora mute o al contrario esplosive, ma comunque in attesa di forma dicibile e cosciente, ora invece controevolutive, assunte come una sorta di alone costante, che in maniera tossicomanica blocca e distanzia la realtà e le emozioni. Ma l'analista non è da meno: nell'incontro terapeutico accetta, o viceversa allontana, il dolore dei pazienti, sempre in realtà legato a suoi dolori irrisolti, o risolti, ma inevitabilmente mai del tutto. Il volume è coraggioso, chiaro, profondo nell'affrontare questi temi. La riflessione investe e chiama in causa, comunque, il dolore di tutti, il suo senso-non senso. Affinchè il tanto, troppo dolore che spesso accompagna l'esistere, non accada mai - parafrasando Shakespeare - "per nulla". Un ultimo appunto: come sottolinea nella prefazione Antonino Ferro, non avrebbe guastato una chiusura aperta alla gioia. Non per esorcizzare il dolore, ma per capirne i legami inevitabili, multipli, inestricabili con il piacere e la gioia. Può provare gioia chi non abbia sofferto? E il dolore non contiene una gioia "in travaglio", in attesa di essere liberata e sbocciare? E come possono appropriatamente rispondere, la gioia e il gioco, il piacere, mettendosi ogni volta alla prova nell'incontro con il dolore? Di una reverie in queste direzioni si avverte la mancanza.

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