uno spunto meraviglioso, che da il via ad una storia che esplora il confine tra la realtà ed il possibile, dei mille legami tra la nostra vita e quelle degli altri, dell’inafferrabilità della realtà, del presente e del passato. Purtroppo la prosa, con frasi interminabili in cui è facile perdersi, non aiuta la lettura e toglie al godimento della lettura.
Domani nella battaglia pensa a me
Libro vincitore del Prix Femina étranger 1996
Un viaggio di esplorazione nei misteri del cuore umano, ricco di sorprese, drammi, colpi di scena.
«Ciò che commuove di piú, in un romanzo, è riconoscere situazioni ed emozioni vere che sapevi ma non sapevi di sapere» – Javier Marías
Tutto comincia all'improvviso. In un appartamento di Madrid, Marta invita a cena Víctor. Il marito Eduardo è a Londra per lavoro, il figlio finalmente dorme. I due, che si conoscono appena, si baciano, hanno davanti un'intera notte. Ma a un tratto, Marta si sente male. Muore in pochi minuti. Cosa fare? Nulla potrebbe essere piú paurosamente casuale di quell'evento. Victor rimane impigliato nei fili misteriosi della vita della sua non-amante e ne insegue come in un labirinto i segreti, fino a scoprire a poco a poco situazioni incredibili e personaggi sfuggenti. Nessuno è quello che sembra, fantasmi e chimere hanno piú consistenza delle persone in carne e ossa (il titolo del libro è tratto dal Riccardo III di Shakespeare). Marías è bravo a disseminare la vicenda di indizi e dettagli come in un giallo e mostrarci l'altra metà della vita, quella nascosta e dissimulata. Raccontandoci l'inganno e svelandone la macchina che esso mette inevitabilmente in moto, Domani nella battaglia pensa a me racconta l'illusoria realtà in cui siamo sprofondati.
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Autore:
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Edizione:2
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Anno edizione:2014
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Paolo G. 05 aprile 2025
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pinkiuinki0 01 gennaio 2025Non bel libro
Non bel libro
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Gigino 12 febbraio 2023Continue divagazioni e digressioni
Il linguaggio di Marias è sottilmente simbolico, parla di realtà concrete e circoscritte le quali diventano ben presto meri pretesti per parlare di problematiche molto più ampie. Così il mestiere del protagonista, “ghost writer”, rimanda ai fantasmi che assillano la sua esistenza Mi è difficile dare un giudizio a questo libro perché, innanzi tutto, non mi è piaciuta la storia. Lo so, parlare di “storia” è riduttivo, ciò non toglie che io l’abbia trovata un tantino morbosa e a tratti eccessiva. Non ho apprezzato nemmeno lo stile troppo ripetitivo in alcune riflessioni che, anche se servivano a ricordare le analogie che possono verificarsi tra due eventi, rallentavano in modo esasperante la lettura. Inoltre, ammettiamolo, le continue citazioni del Riccardo III di Shakespeare potranno essere poetiche e bellissime, ma alla lunga annoiano!
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