Don Chisciotte della Mancia. Ediz. integrale. Con Segnalibro - Miguel de Cervantes - copertina
Don Chisciotte della Mancia. Ediz. integrale. Con Segnalibro - Miguel de Cervantes - copertina
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Letteratura: Spagna
Don Chisciotte della Mancia. Ediz. integrale. Con Segnalibro
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Descrizione


Il "Don Chisciotte della Mancia" è l'opera più nota di Miguel de Cervantes Saavedra, nonché uno dei capolavori della letteratura mondiale; vede al suo centro una delle coppie più proverbiali della nostra cultura: l'impavido e sognante idalgo don Chisciotte, e il suo fido scudiero Sancio Panza. Una coppia sgangherata e in cerca di assurde e comiche avventure, in cui il sogno utopico del "cavaliere" s'accompagna alla più cruda realtà dello scudiero: il romanzo racconta, difatti, il tramonto d'un epoca - il secolo d'oro - imbastita di vecchi e ingialliti ideali, nonché l'inadeguatezza della nobiltà nel far fronte al nuovo che sorge tra le ceneri d'un tempo andato. Col capolavoro di Cervantes (pubblicato in due tempi, nel 1605 e nel 1615), si dà effettivo inizio a una nuova letteratura, in cui trova presa e vigore lo humour. Eppure una presa di coscienza finale che, seppur mediante la leggerezza e il riso di avventure e obiettivi spropositati, passa dall'idalgo al lettore: il divario tra immaginazione e realtà dei fatti, tra il sogno d'un uomo e la sua difficile realizzazione.

Dettagli

13 giugno 2017
940 p.
Don Quijote de la Mancha
9788883374920

Valutazioni e recensioni

  • Pignetralepagine
    Classico intramontabile

    In questo romanzo, Cervantes introduce diverse novità stilistiche e delinea tutti i tratti di un romanzo moderno: non più gli eroi senza macchia e senza paura dei romanzi medioevali ma personaggi a tutto tondo con le peculiarità. Il protagonista è un proprietario terriero della Mancha di nobili origini ma ormai decaduto che trascorre il suo tempo leggendo romanzi cavallereschi, sognandone le imprese. Un giorno afoso decide che è giunto il momento di diventare un vero cavaliere come i suoi eroi e, traendo spunto dai romanzi più importanti, completa la check-list del bravo cavaliere: avere un nome da cavaliere, uno scudiero, una cavalcatura e una dama a cui dedicare le imprese. Così parte in cerca di fortuna ma, se le imprese si nascondono, un bravo cavaliere se le crea: i suoi amici (e la legge) però non vedono di buon occhio le sue azioni e cercano di farlo rinsavire in tutti i modi. Il tutto però è solo un pretesto per Cervantes che sfrutta il filo conduttore delle imprese del cavaliere per raccontare innumerevoli storie di personaggi, oltre a usi e costumi del tempo. Il romanzo rende il mondo creato da Cervantes vivo e ricco, invogliando il lettore a tuffarsi e non uscire più.

  • Un classico da riscoprire, scritto all'inizio del diciassettesimo secolo e dopo 400 anni ancora appassionante e ricco di suggestioni. I personaggi, divenuti archetipi del romanzo picaresco, sono indimenticabili e ricchi di sfaccettature, antieroi profondamente umani, tratteggiati con un'ironia sottile e a tratti malinconica di una modernità assoluta. Questo romanzo on the road ante litteram contiene spunti di riflessione che rimandano per analogia alla contemporaneità. Pensiamo a don Chisciotte ritenuto all'inizio del romanzo un pazzo mitomane da tutti quelli che lo incontrano e che, una volta diffusa la notizia delle sue imprese, si trasforma agli occhi di tutti in una celebrità da blandire e utilizzare per il proprio diletto. Non vi ricorda l'ascesa di tante star da reality show, che diventano improvvisamente popolari per le proprie stranezze e per i propri comportamenti eccessivi?

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Foto di Miguel de Cervantes

Miguel de Cervantes

1547, Alcalá de Henares

LA VITAQuarto dei sette figli di un modesto chirurgo, trascorse l’infanzia e l’adolescenza tra Valladolid, Salamanca, Siviglia e Madrid; qui, nel 1569, Juan López incluse in una sua relazione alcune poesie di C., definendone l’autore «il nostro caro e amato discepolo»: è questa l’unica testimonianza sulla sua educazione umanistica. Ma già dal 1568 C. si trovava in Italia, al seguito di Giulio Acquaviva: era fuggito per evitare la condanna al taglio della mano destra e a dieci anni d’esilio, decretata contro di lui perché ritenuto colpevole del ferimento di un tale Antonio de Segura. In Italia fu prima cortigiano e, in seguito, militare; la scelta della carriera delle armi lo fece partecipare alla battaglia di Lepanto (1571):...

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