Per una volta sono stato spinto alla lettura di questo romanzo dall’attività dell’autrice – Isabella Rosa Pivot – su LinkedIn. I protagonisti sono due donne, quattro uomini e una città. Il romanzo si apre con la dichiarazione di un uomo che dice di chiamarsi Alfonso che aprirà, accompagnerà e concluderà la narrazione.. La protagonista principale è Elisabetz Sokolova, retail visual merchandising della boutique di Louis Vuitton a Brusìxelles. Trentenne bella, disinibita e determinata ha come obiettivo quello di diventare Visual Merchandising in Field soppiantando Xavier Restank, in carica.. Dopo aver fatto carriera vive con noia la sua posizione ed è infastidita dal direttore di negozio Andrea Bergeeyck che la assilla con battute sessiste ed inviti ripetuti. Il terzo uomo è il dott. Tier, psicologo dal quale si reca settimanalmente nella speranza di dipanare le proprie ansie. La co-protagonista è Bèatrice Janssens (27 anni) moglie dell’imprenditore Richard Verheyen, rampollo di famiglia potente. Recita la parte della moglie devota e sottomessa, e insoddisfatta. Le due si conoscono, per caso, nello studio del dott. Tier e tra le due scossa una scintilla di attrazione e di complicità. Decideranno di vendicare un paio di donne che hanno subito violenza attirando i colpevoli in una promessa di una serata bollente a tre, drogandoli e poi usando loro violenza. Scopriranno così lati sopiti e sconosciuti della loro personalità; troveranno piacere nella violenza e decideranno di formare un sodalizio per continuare in questa sorta di “revenge femminista”. La grande protagonista è la città di Bruxelles. Ho avuto “sentori” di Natsuo Kirino (Grotesque) e di Jennifer Lopez (Le ragazze di Wall Street). Ho trovato interessante l’approccio solo ad un secondo livello di decodifica e cioè quello della frustrazione per la propria situazione personale che genera senso di competitività e desiderio di vendetta verso gli altri; culminando nello "scontro di genere".
