(Érsekújvár, Cecoslovacchia, 1887 - Budapest 1968) scrittore ungherese. Di origine operaia, conobbe il futurismo in Italia, dove aveva lavorato in gioventù, e ne introdusse i programmi in patria, tentando di conciliarli con le sue convinzioni socialiste. Si scontrò con il potere politico sia durante il periodo di Bela Kun (1919), sia nei primi anni del regime comunista instaurato da Rakosi. Fondò le riviste «Tett» (Azione, 1915), «Ma» (Oggi, 1916), «Munka» (Lavoro, 1926). Scrisse poesie (Mia madre, il mondo, 1922; Terra mia, fiore mio, 1935; Amore, amore, 1962; Foglie di quercia, 1965) e romanzi socialmente impegnati (Vita di un uomo, 1927-35; Dramma nel bosco, 1943; Fratelli infelici, 1953; La fine della strada, 1963).