(Muret, Limoges, 1526 - Roma 1585) umanista francese, noto anche con il nome latinizzato di Muretus. Professore di latino (ebbe tra i suoi allievi Montaigne), accusato di eresia e di costumi depravati, nel 1554 fuggì a Venezia, poi a Roma, dove ebbe la protezione di Gregorio XIII. Pubblicò edizioni annotate di scrittori latini (Terenzio, Catullo, Cicerone, Orazio) e un’imponente raccolta di varianti di testi antichi (Variae lectiones, 8 libri nel 1559, saliti a 20 nell’edizione postuma del 1600). Fu anche poeta raffinato e sensuale (Juvenilia, 1553) e prosatore eloquente (Orationes, 1571), capace di piegare il latino a effetti di notevole modernità e originalità. Un posto di rilievo spetta poi alla tragedia Julius Caesar (1553), capostipite di quel filone teatrale d’argomento romano che, passando per J. Grévin ed E. Jodelle, culminerà nei capolavori di P. Corneille. Commentò in francese la seconda edizione degli Amori di P. de Ronsard (1553).