Paul Virilio era professore emerito dell'Ecole Spéciale d'Architecture di Parigi (dal 1998), dove entrò nel 1968, per poi diventarne direttore di studi (1973), direttore generale (1975) e presidente del consiglio d'amministrazione (1989). Nel 1987 ha vinto il Gran premio nazionale della critica architettonica. Nel 1989 è stato nominato direttore di un programma d'insegnamento al Collège international de philosophie a Parigi, presieduto da Jacques Derrida.
Virilio si è dedicato all'analisi delle strategie urbane di organizzazione del tempo. È stato membro del comitato delle riviste "Esprit" e "Traverses", oltre che autore di numerosi saggi pubblicati in tutto il mondo, tra cui "La macchina che vede", "La bomba informatica", "Città panico" e "L'incidente del futuro".
Tra i suoi saggi: "Vitesse et politique: essai de dromologie" (1977); "Esthétique de la disparition" (1980); "L'espace critique" (1984); "L'inertie polaire" (1990); "Cybermonde, la politique du pire" (1996); "Un paysage d'événements" (1996); "Ce qui arrive" (2002); "Ground Zero" (2002); "L'art à perte de vue" (2005); "Le futurisme de l'instant" (2009); "Le grand accélérateur" (2010).
I suoi libri in Italia sono stati pubblicati da molti editori tra cui Raffaello Cortina, Costa & Nolan, Liguori, Mimesis, Elèuthera, Dedalo, Lindau.