(Gross-Pawlowitz, Moravia, 1873 - Sierre, Svizzera, 1959) critico letterario tedesco. Amico di Rilke e di Hofmannsthal, elaborò un’eterogenea cultura filosofica (da Pascal a Kierkegaard a Nietzsche, dal brahmanesimo al neoplatonismo) in una serie di scritti deliberatamente asistematici. Lo stile spesso smagliante o nitidamente aforistico pone K. tra i tipici esponenti della saggistica mitteleuropea del primo Novecento, intesa come attività al tempo stesso gnoseologica e artistica. Tra le sue opere: La mistica, gli artisti e la vita (Die Mystik, die Künstler und das Leben, 1900), La chimera (Die Chimäre, 1913), I miti dell’anima (Die Mythen der Seele, 1927), Trasfigurazione (Transfiguration, 1946), Il regno interiore (Das inwendige Reich, 1953).