Con In villa, Maugham ci conduce in una Firenze d’altri tempi, misteriosa e sospesa, abitata da una piccola colonia inglese. Tra fascinazione e incanto, lo sguardo del lettore si addentra nelle stanze di un’antica villa silenziosa, tra affreschi e angoli bui, posandosi sui turbamenti della protagonista. La donna, una giovane vedova bella e fragile, è contesa da due uomini che rappresentano strade di vita opposte: da una parte, un ricco gentiluomo anziano, devoto e protettivo, simbolo di stabilità e lusso; dall’altra, un giovane affascinante e scandaloso, dal passato ingombrante, che incarna la passione per la vita e il brividi del rischio. A complicare la vicenda interviene un tragico fatto di sangue: la morte accidentale di un uomo estraneo al triangolo, che trasforma la storia in una sorta di thriller d’altri tempi. Maugham utilizza gli ingredienti tipici del romanzo classico: il conflitto interiore, l’ambiguità morale, la tensione tra desiderio e convenzione sociale. Ma, al di là del ritmo, ciò che rende In villa davvero unico è la sua atmosfera. Firenze, con le sue luci dorate e le sue notti vellutate, non è solo uno sfondo, ma un personaggio vivo. Tutto sembra muoversi in un tempo sospeso e sognante. Il linguaggio è elegante, musicale, avvolgente e ogni pagina risulta poetica, ma mai artificiosa; dietro la bellezza dello stile, si percepisce la precisione con cui l’autore scandaglia le emozioni umane. Accanto alla raffinatezza letteraria, la tensione narrativa unisce il dramma sentimentale al ritmo del romanzo d’intrigo, fino ad un epilogo inevitabile. In villa è un racconto breve ma intenso, il ritratto di un amore impossibile e di un desiderio che divora, ma anche una riflessione sulla fragilità dei sentimenti e sull’illusione di poterli dominare.
