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Non sarebbe più logico provare stupore, gioia, gratitudine?
Paolo Ricca traccia la storia della confessione dei peccati attraverso i secoli e riflette su come la si potrebbe riportare a semplice mezzo di comunicazione dell'evangelo alle persone tormentate dal rimorso nonché su come si potrebbe ripensare il culto cristiano in modo che sia il luogo della festa del perdono di Dio invece del luogo di un'eterna penitenza. «La "confessione dei peccati" occupa il primo posto nel culto pubblico di tutte le maggiori chiese cristiane: subito dopo l'invocazione della presenza di Dio, si passa infatti alla dichiarazione, sia personale sia collettiva, della propria colpa e all'invocazione della misericordia di Dio. Ma il sentimento di colpa è davvero il primo da provare, ed esprimere, in presenza di Dio? Non sarebbe più logico provare stupore, gioia, gratitudine? Il culto cristiano non potrebbe, e dovrebbe, cominciare in altro modo? Come lo si potrebbe ripensare in modo che sia il luogo della festa del perdono di Dio anziché il luogo di un'eterna penitenza?».L'articolo è stato aggiunto al carrello
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