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Anno edizione: 2013
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Riusciranno i nostri intrepidi eroi a superare tutte le prove e trovare l'elisir che guarisca il giovane Elianto e gli faccia salvare la contea?
«Ci vuole un gran fisico per correre dietro ai sogni.»
Se si fugge di notte da Villa Bacilla sulle ali di una diavolessa sexy, sorvolando Tristalia, assieme a tre equipaggi che si spostano contemporaneamente, può accadere di visitare gli otto mondi alterei della mappa nootica. Capita così di conoscere la terra primordiale di Ermete Trismegisto, Protoplas; i mari incantati di Capitan Guepière a Posidon; i cinquanta casinò e i locali notturni di Bludus; Mnemonia con i suoi fuochi fatui e l'insidia dell'embambolia; Medium con le sue giornate di Beneficenza Ben-evidente. E poi è possibile incontrare Siperquater e Triperott a Neikos, o gli angeli cannibali nel deserto freddo di Yamserius. L'importante è fare a tempo a guarire il giovane Elianto, affetto dal Morbo Dolce, perché possa liberare le contee dal dominio del Grande Chiodo. C'è speranza di riuscire, assieme ai protagonisti (oltre a Elianto, Fido PassPass, Fuku Occhio di Tigre, Tigre Triste), a districarsi tra mille prove e attraversare gli infiniti mondi creati dalla fantasia di Stefano Benni?
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"C’era un gran rumore negli universi. Generazioni di stelle nascevano e morivano sotto lo sguardo di telescopi assuefatti, fortune elettromagnetiche venivano dissipate in un attimo, sorgevano imperi d’elio e svanivano civiltà molecolari, gang di gas sovreccitati seminavano il panico, le galassie fuggivano rombando dal loro luogo d’origine, i buchi neri tracannavano energia e da bolle frattali nascevano universi dissidenti, ognuno con legislazione fisica autonoma. Ovunque si udiva il grido angoscioso di schegge, brandelli, filamenti, scampoli, frattaglie chimiche e asteroidi nomadi che cercavano invano l’intero a cui erano uniti fino all’istante prima. Era un coro di orfani e profughi spaziali, in fuga verso il nulla con un muggito di mandria terrorizzata. Fu in questo scenario di divorzio universale che un giovane ardito atomo di ossigeno si slanciò dal trapezio della vecchia molecola per volare verso un nuovo trapezio, dove lo attendeva un atomo di idrogeno per una nuova eccitante combinazione. Ma, dopo un triplo salto mortale, l’atomo acrobata mancò per un nonnulla le braccia protese dell’idrogeno-porteur, e precipitò nel vuoto sidereo con un urlo angoscioso. L’atomo di ossigeno era il nipotino preferito di una gigantesca stella Supernova che, impazzita per il dolore, puntò la sua massa contro una piccola galassia lenticolare, e già si attendeva il lampo e lo schianto di un miliardo di stelline, quando improvvisamente si fece un gran silenzio. Tutto nei cieli si fermò." (cit.)
Ho letto per la prima volta “Elianto” quando avevo solo tredici anni ed è stato allora che è scoppiato il mio grande amore per Stefano Benni, amore che mi segue ancora adesso, che di anni ne ho trenta. Da allora l’ho letto e riletto, fino a consumare ed ingiallire le pagine. Serve dire altro? È un libro indispensabile: diverse trame che si intrecciano attraverso i sette mondi paralleli creati da Benni l, un prontuario di fantasia e di pillole di saggezza, come la meravigliosa teoria del bonus vitale di Talete. Leggetelo, rileggetelo e leggetelo ancora.
Perché Elianto? Elianto, per dimostrare che il popolo non è una moltitudine di telespettatori pavida e perbenista; per provare che c’è ancora chi crede che quella in cui viviamo non sia “l’unica realtà esistente ed esistibile”; perché c’è ancora chi vuole combattere il conformismo e la bieca ipocrisia che regna sovrana; perché c’è chi è convinto che gli individui siano esseri pensanti e non apatici automi inchiodati alle tv; perché c’è chi ancora ha la forza di accompagnare Elianto nel suo viaggio verso il risveglio, voltando le spalle al tetro appiattimento del mondo e viaggiando sulle ali di quella fantasia che qualcuno vorrebbe sopprimere; Elianto perché esiste ancora qualcuno che crede nei sogni, nell’immaginazione e nella forza incontenibile dei pensieri! Da leggere e rileggere
Recensioni
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