L' erba delle notti

Narrazione apatica, storia noiosa, prosa a tratti slegata. Personaggi senza alcun approfondimento. Da un Nobel mi aspettavo di più.

L’erba delle notti è un libro che mi ha rapito sin dalla prima pagina, sin dalla prima riga: “Eppur non ho sognato”. Modiano è stato in grado di creare un racconto etero, fatuo ma così tangibile da sembrar di essere lì, di fianco ai personaggi, come l’aiuto regista. È un racconto senza tempo, perché il tempo l’offende, perché il tempo lo conquista e ne crea una sua unica versione. Passato, presente e futuro sono solo concezioni umane che vengono meno quando cala il buio, quando sogni lucidamente, quando rileggi il taccuino nero e i ricordi riaffiorano. Un’avventura in una Parigi notturna, tutto fuorché pericolosa. Una Parigi che sembra una mamma premurosa, silenziosa ma presente con i suoi abbraccia, con i suoi locali intimi che tanto somigliano ad abbracci. Un gruppo di ragazzi, quelli si dalle facce segnate dai pericoli, un hotel, due case, una campagna è una matassa che si intreccia creando la vita, una vita che viene snodata vent’anni dopo per risultare lineare e definita proprio come le vie di Montparnasse. L’erba delle notti è un’odissea da leggere d’un fiato, in cui vi perderete, eppur vi ritroverete esattamente dove speravate di ritrovarvi.