Heidegger non è per tutti, il suo linguaggio è complesso, i suoi concetti ardui, come una montagna da scalare, ma quando finalmente, dopo ripetute prove, si arriva in cima: hai il privilegio di incontrare il pensiero in una delle sue massime espressioni. Essere e tempo è solo la prima tappa di un viaggio indispensabile per comprendere l’Occidente e quello che siamo diventati. Da Heidegger non ci si può esimere. Franco Volpi, un grandissimo curatore di cui sentiamo la mancanza.
Essere e tempo
Quando nel 1927 Martin Heidegger pubblicò Essere e tempo, si ebbe subito la sensazione che un nuovo astro fosse sorto nel firmamento della filosofia. Da anni le sue lezioni – di cuiEssere e tempo è il distillato – avevano richiamato intorno a quel giovane «sciamano del pensiero» un folto gruppo di allievi e ascoltatori. Ma con l'apparizione del capolavoro fu chiaro a tutti che Heidegger emanava davvero un'aura magica:era un pensatore capace di fare filosofia in grande stile. Adottando una terminologia nuova, a tratti ostica e cruda, con cui cercava di superare la crisi del linguaggio filosofico tradizionale,Heidegger riprende e radicalizza l'antico problema di Platone e Aristotele: il problema dell'essere. Ma nella sua palpitante interrogazione tale questione è riproposta in modo tutt'altro che erudito o astratto, riflettendosi in essa le inquietudini di un intero secolo: il venir meno del sentimento religioso, il tramonto della metafisica e la crisi delle ideologie, la fine dell'assoluto e il diffondersi del nichilismo, lo stridente contrasto tra una macchina moderna sempre più complessa e un uomo sempre più elementare. Essere e tempo ha così ispirato importanti correnti della filosofia, della teologia, della psichiatria del Novecento. E il continuo susseguirsi di nuove letture – che lo interpretano via via comebibbia dell'esistenzialismo, decostruzione dell'ontologia, parabola gnostica o versione moderna della filosofia pratica – non fa che confermarne l'incontestabile centralità e attualità, alimentando ulteriori interrogativi. Perché quest'opera rimase incompiuta? Qual è il segreto del suo inesauribile fascino? Che significato ha la «svolta» fra il primo e il secondo Heidegger? C'è continuità o rottura fra lo Heidegger «ermeneuta dell'esistenza» e quello che si proclama «pastore dell'essere»? Le risposte vanno cercate in questo libro, al quale sempre si è tornati e sempre si tornerà. La nuova edizione italiana approntata da Franco Volpi – rispettando nella terminologia la storica versione di Pietro Chiodi, ma adeguandola ai criteri richiesti da una ormai consolidata tradizione di studi e di rigore filologico – è corredata di cospicui apparati e riporta per la prima volta le Glosse manoscritte da Heidegger a margine della propria copia personale.
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Edizione:14
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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StePoli 11 gennaio 2025Maestro
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stex 27 dicembre 2024bene
Impeccabile
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Opera tra le più importanti non solo del XX secolo ma dell'intera storia della filosofia occidentale ,pubblicata nel 1927 e che non smette tuttora di esercitare il suo fascino. Viene qui proposta in una versione sicuramente poco economica ma impeccabile dal punto di vista della traduzione (di Pietro Chiodi rivista da Franco Volpi - il più accreditato studioso italiano di Heidegger) e dell'apparato critico (vedesi il glossario conclusivo). Resta, e non poco, la pecca del prezzo.
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