Matteo si racconta da uomo adulto, irrisolto, si racconta guardandosi indietro ricostruendo attraverso i ricordi un periodo esatto della sua vita: l’adolescenza, nell’estate dei suoi tredici anni. Il racconto prende vita attraverso le sensazioni, attraverso i protagonisti di allora, attraverso i ricordi di Matteo che spesso, per sua stessa ammissione, si mischiano con l’immaginazione di una realtà distante nel tempo ma reale, concreta e che continua ad avere ribaltamenti sul presente. L’estate come spartiacque di una vita che non sarà piu la stessa. Raccontare il passato, tornare nei ricordi, anche dolorosi, per poter riemergere e continuare a vivere, forse è questo il tentativo che il protagonista fa ripercorrendo quell'estate del 1975. Un racconto breve ma efficace e delicato, dove emerge in maniera nostalgica l’importanza dei ricordi, dell’adolescenza come momento incisivo, ma allo stesso tempo fuggevole.... ”c’è qualcosa nei ricordi dell’adolescenza che disegna una traccia imperfetta nell’anima."
L'estate del cane nero
Estate 1975. Nello scenario di una Puglia misteriosa, tra la campagna e il mare, quattro ragazzi vivono un'esperienza che segnerà per sempre le loro esistenze. Matteo Leoni, un tredicenne timido e riservato con la passione per la scrittura e la cugina Valentina, sua coetanea bella e intelligente, gli altri amici. L'estate scivola tra escursioni avventurose, corse in bicicletta, presenze inquietanti, bagni notturni, rocambolesche vicende familiari, amori sotterranei, risse e scoperte stupefacenti. Sullo sfondo la traccia misteriosa della foresta, compatta e scura, disegnata a rilievo sulla campagna. Come un cane nero, che corre. Poi arriva settembre, e segnerà la linea di confine, imprevedibile, che dividerà le loro vite.
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Autore:
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Editore:
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Anno edizione:2011
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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eleonora arosio 10 dicembre 2010
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DANIELA MASTRORILLI 12 settembre 2010
Scoperto tra gli scaffali della libreria,casualmente. Grande scelta quel giorno. Francesco Carofiglio può benissimo ‘competere’ con Niccolò Ammaniti. Entrambi hanno raccontato la mia Puglia con una destrezza incredibile. I paesaggi. La gente. La sua bellezza e le sue tenebre. Ma Carofiglio è pugliese di nascita…e,insieme al fratello Gianrico, seppur con stile diverso,narra di noi,di ognuno e di chiunque. Di ragazzini che vivono l’estate del 1975 non sapendo che resterà quella che ricorderanno fino a quando vivranno,finchè non si uniranno a colui che aveva trovato nel suicidio il suo riscatto.
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