Al di là di un tipo di scrittura decisamente apprezzabile, di questo libro nient'altro mi ha convinta. La scelta di raccontare il rapporto tra madre e figlia in questa maniera distante e quasi onirica risulta sproporzionata alla mole dei fatti stessi. Già dopo qualche pagina ci si stanca di questo alone di risentimento e pentimento che appesantisce il racconto.
L' età fragile
Non esiste un'età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. Ma c'è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire. Per questo Lucia, che una notte di trent'anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta con spavento il silenzio di sua figlia. Quella notte al Dente del Lupo c'erano tutti. I pastori dell'Appennino, i proprietari del campeggio, i cacciatori, i carabinieri. Tutti, tranne tre ragazze che non c'erano piú. VINCITORE PREMIO STREGA GIOVANI 2024 VINCITORE LXXVIII PREMIO STREGA 2024 Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi. Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c'è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile. A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. Stretta fra il vecchio padre cosí radicato nella terra e questa figlia piú cocciuta di lui, Lucia capisce che c'è una forza che la attraversa. Forse la nostra unica eredità sono le ferite. Con la sua scrittura scabra, vibratile e profonda, capace di farci sentire il peso di un'occhiata e il suono di una domanda senza risposta, Donatella Di Pietrantonio tocca in questo romanzo una tensione tutta nuova.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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sofi 18 settembre 2025evitabile
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Lucianeroblu 17 settembre 2025Appassionante
Non so, forse appassionante non è nemmeno il termine giusto per raccontate questo libro davvero intenso, che ti porta a sentire tutte emozioni dei personaggi. Mi sono sentita coinvolta dall'inizio alla fine. Un libro da leggere assolutamente!!
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Andrea A 13 settembre 2025Speciale
Scritto benissimo, giusta suspense che ti spinge a continuare a leggere per capire tutti i riferimenti della trama e della psiche dei personaggi. Messaggio molto bello sulla dura realtà di un’età difficile per ognuno di noi, che si intreccia oltretutto al nostro retaggio ed alle scelte che faremo
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