Se lo scopo della Wharton è quello di trasmettere al lettore l'impotenza di fronte all'inarrestabile scorrere della vita, dobbiamo darle merito di averlo perseguito amabilmente. La narrazione è fluente e delicata, e rende il racconto adatto a qualunque età e leggibile in qualunque spazio temporale della giornata. Probabilmente la brevità della narrazione influisce sul fatto che non si riesca a pieno ad entrare nella storia che risulta piuttosto uno sceneggiato. È in effetti molto diretta la trasposizione delle vicende in immagini e il lettore si trova quasi ad assistere alla visione di un mediometraggio. È una storia che vale la pena leggere, che in qualche modo arricchisce pur riducendo chi la legge ad uno stato di irriducibile impotenza. Ma è anche una storia di comprensione, di redenzione, che ricorda, se mai ce ne fosse bisogno, che l'essenziale è invisibile agli occhi, e che nascosto in ogni anima frustrata e odiosa, possa celarsi un malessere che va indagato, mai assunto come riprovevole e mero astio alla vita.
Ethan Frome
Per anni Edith Wharton aveva desiderato ritrarre la vita, così com’era, nei villaggi di montagna del New England. Seppelliti sotto la neve del Massachussetts occidentale, quei luoghi esercitavano su di lei un fascino sinistro. Pazzia, promiscuità, lenta inedia mentale e morale sembravano infatti celarsi dietro quelle facciate incolori delle case di legno a poca distanza dalla sontuosa residenza che, con il marito Edward, aveva acquistato nel 1901. Scritto dopo che l’autrice ebbe trascorso dieci anni nella regione montuosa dove si svolge la scena, il racconto lungo – come amava definirlo lei stessa – o romanzo breve Ethan Frome si inoltra, fin da subito, tra le pieghe delle emozioni represse e le passioni distruttive che si scatenano in un triangolo amoroso. Ben lontano dal mondo dell’high society newyorkese de La casa della gioia e de L’età dell’innocenza, il protagonista Ethan Frome è un povero contadino che ha dedicato la propria gioventù alla cura degli anziani genitori. Vive una vita di pacata rassegnazione intrappolato in un matrimonio con una donna inacidita e ipocondriaca, Zeena. L’arrivo alla fattoria della giovane cugina di lei, Mattie, apre uno spiraglio di speranza e si trasforma in una boccata d’ossigeno per un uomo soffocato da una prematura e ingrigita quotidianità. L’accendersi della passione del coniuge per la piccola ospite-domestica non passa però inosservato alla moglie che, cercando di ostacolare il triangolo marito-moglie-amante, costringerà gli innamorati a una risoluzione estrema dall’esito imprevedibile e straziante. Ethan Frome è una storia cupa e indimenticabile, un canto d’amore e di morte, uno specchio perfetto della delusione e sofferenza amorosa patita dalla scrittrice che, solo a quarantacinque anni, visse la sua prima, divampante e inarrestabile passione.
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Lingua:Italiano
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federica Longobardi 12 marzo 2019
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