L'Europa in guerra - Fabio Mini - copertina
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Letteratura: Italia
L'Europa in guerra
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Descrizione


La guerra in Ucraina è il risultato della difesa di un Paese membro delle Nazioni Unite dall’attacco della Russia. Poteva essere evitata, ma non l’ha voluto nessuno. Anzi, la patente di giustizia e legittimità è servita a inasprire il conflitto e ad allargarlo. Proprio la legittimità è un dogma dell’Occidente, che rappresenta un quarto delle terre emerse e un settimo della popolazione mondiale. Che produce il 50% del Pil globale e consuma parte di quello del resto del mondo. Gli Usa cercano di limitare lo sviluppo economico dell’Occidente europeo, negando qualsiasi strumento militare indipendente. E, fortunatamente per gli States, l’Europa è gestita da organi burocratici che ne riconoscono l’egemonia. Gli Stati Uniti esercitano quindi la supremazia globale e si oppongono alla Cina e alla Russia. E il vero ostacolo è rappresentato dalla potenza nucleare di Mosca, e non da quella commerciale della Cina. L’Ucraina è quindi uno dei passi statunitensi verso la sistemazione definitiva di una vecchia faccenda: il depotenziamento militare della Russia e quello economico dell’Europa. Ed è l’anticipazione del contrasto politico, economico e militare nei confronti della Cina. Tutto questo può giustificare un conflitto? Il pacifismo risponderebbe di no. La prassi politica risponderebbero di sì. Anzi, sono bastati eventi meno gravi per indurre l’Occidente a scendere in guerra: nei Balcani, in Iraq, in Siria, in Afghanistan, in Libia. È questa costante geopolitica e mentale a rivelare l’ennesimo e ipocrita segreto di Pulcinella: siamo in guerra.

Dettagli

201 p., Brossura
9788831431910

Valutazioni e recensioni

  • Sofia
    ottimo libro

    ottimo libro

  • Ashley
    Teso a dividere l'occidente

    Si può intuire che l'autore abbia più simpatia per la Cina comunista e la Russia che per gli USA e che si fosse abituato a Mosca che manteneva con la forza nella sua sfera d'influenza stati dell'Europa dell'Est mentre l' Occidente stava a guardare. A quanto sembra non considera rilevante il diritto dell'Ucraina alla sovranità sul proprio territorio ed il diritto di uno stato a scegliere partner preferenziali ed alleati. Prima del 2008 (invasione della Georgia) e del 2014 molti in Europa, ma non polacchi e baltici, si erano illusi che la Russia non fosse più una minaccia per i paesi vicini come era stata al tempo dell'URSS e degli Zar. Pensando che le guerre in Europa appartenessero al passato, vari stati europei non avevano investito abbastanza per avere forze armate potenti, mentre la Russia investiva di più in rapporto al PIL nelle spese militari, per imporre la propria volontà imperiale con la forza. Contrariamente a ciò che cerca di far credere Mini, agli USA andrebbe bene se le potenze della UE fossero in grado da sole di opporre forze armate adeguate a quelle russe, così gli USA potrebbero dedicare più forze al Pacifico. Gli USA preferirebbero fornire solo l'ombrello nucleare agli alleati europei. La Federazione Russa, con un PIL simile a quello della Spagna vorrebbe dominare l' Artico, l'Europa dell'Est e il Mediterraneo. Il Cremlino non aveva accettato la piena sovranità di Moldavia, Georgia, Bielorussia e Ucraina, pretendeva che restassero nella sua sfera d'influenza ed aveva fomentato ed armato separatismi per danneggiare stati ribelli. L'UE non può accettare che la Russia abbia sottratto territori all'Ucraina, che aveva la "colpa" di voler andare verso l'ingresso nella UE dopo necessarie riforme. e di volere protezione dall'imperialismo russo. Per essere rispettati da Putin e dai siloviki gli stati UE si devono rafforzare sul piano militare. E' nell'interesse di Mosca che UE ed USA non restino compatti nel contrastare l'aggressione russa.

  •  Barbazuk

    Un libro estremamente lucido e dettagliato su cosa significa per il ns .continente partecipare , di fatto , alla guerra tra Russia ed Ucraina. Le conoscenze dell'autore, militare di lungo corso , sulle dinamiche strategiche , sulle consistenze militari della nostra nazione , sulle politiche internazionali, danno dell'attuale situazione un quadro tutt'altro che rassicurante. Un libro assolutamente da leggere...prima che sia troppo tardi.

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Fabio Mini

Fabio Mini (Manfredonia, 11 dicembre 1942) si è laureato in Scienze strategiche per poi perfezionarsi in Scienze umanistiche presso l’Università lateranense e in Negoziato internazionale presso l’Università di Trieste. Generale di corpo d’armata, è stato capo di stato maggiore del Comando Nato per il Sud Europa che, a partire dal gennaio 2001, ha guidato il Comando interforze delle operazioni nei balcani. Dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003 è stato comandante della forza internazionale di pace a guida Nato in Kosovo (Kfor). Tra i vari incarichi è stato portavoce del capo di stato maggiore dell’Esercito italiano e, dal 1993 al 1996, ha svolto la funzione di addetto militare a Pechino. Ha inoltre diretto l’Istituto...

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