Factotum

Un romanzo in pieno stile bukowskiano: i lavori impossibili, le donne impossibili, le corse all'ippodromo e l'immancabile bottiglia fanno da cornice in questo libro in cui Bukowski ha riversato un bel pò delle sue letture di John Fante ("La Strada per Los Angeles" in particolare), ricalcandone l'ironia, la sfrontatezza e l'attualità delle scene vissute. Bukowski piace anche per questo, per la sua "domesticità" del racconto, nel saper affrontare situazioni ai limiti del possibile e della decenza e di riuscire a farci ridere e pensare allo stesso tempo: ecco dove nasce il genio di Bukowski. Molte scene di questo libro, Bukowski le riproporrà in altri suoi romanzi, magari con nomi e sfumature diverse, non sappiamo se volutamente oppure se, ubriaco alla macchina da scrivere per sua stessa ammissione, dimenticasse di averle già narrate altrove; le scene sono quelle, ed il personaggio è sempre lui: Henry Chinaski, il suo alter ego, questa volta alle prese con un lavoro all'ufficio postale (da qui il titolo) da semplice postino, fino al massacrante lavoro di "smistatore"; il tutto fortemente autobiografico (ricordiamo che Bukowski ha realmente lavorato in un ufficio postale per poi licenziarsi dopo 12 anni perchè "volevo fare lo scrittore"), narrato con uno stile semplice, pulito e diretto, come tutti i lavori di questo grande genio della letteratura contemporanea