Il romanzo si fa leggere, si fa leggere con accento siculo, che dopo i primi dialoghi lo inizi a sentire nella testa e ti affiorano le immagini della Palermo dei primi anni ’90. Le stragi di Capaci e Via D’Amelio sono davanti ai nostri occhi e Toscano ci porta in quelle strade, ci mette affianco a quegli uomini che giorno dopo giorno combattono la mafia mettendoci del loro. Il dialetto serve a rafforzare i pensieri, le frasi e le azioni dei protagonisti e ci si affeziona subito a Giannini e Cottone; purtroppo come nella realtà il finale non è mai roseo, ma i protagonisti non si arrendono, lottano con tutte le loro forze per sopravvivere e vincere. I personaggi sono ben descritti, si muovono come persone vere all’interno della storia architettata magistralmente da Toscano, pare di vederli affannarsi per combattere qualcosa più grande di loro, ci si appassiona davvero alle loro storie. Si fa il tifo per loro. Il ritmo è avvincente fin dall’inizio, è capace di farti scendere subito nell’azione. La trama è interessante e ben congeniata, gli intrecci si fanno seguire perfettamente senza affanni; non si perde mai il filo del pensiero dell’autore. La lettura si fa veloce per sapere quello che succederà alla pagina seguente, non ci si fermerebbe mai perché Toscano ti trascina con forza nella sua storia. Il finale lascia l’amaro in bocca, ma anche un filo di speranza. Spero in una seconda parte perché certi personaggi meritano di continuare a vivere nelle pagine del libro…
Falsa testimonianza
Anni Novanta. Il boss Trubìa è in carcere. Al vertice della cupola ora ambisce lo "Zio" Calò Bonfiglio. Uno dopo l'altro, gli uomini di Trubìa finiscono dietro le sbarre, finché, grazie a una soffiata, a essere catturato è Schillaci, latitante e fedelissimo dello Zio. Com'è possibile? Per Giannini, maggiore dei carabinieri in forza alla DIA che indaga sui collegamenti tra politica e mafia, quell'arresto è molto strano. Tra gli elementi dell'indagine c'è anche un'assurda testimonianza: anni prima, la Pro Loco del paese ha premiato il racconto di uno studente nel quale era descritto nei minimi dettagli proprio l'arresto di Schillaci. Quando qualcuno nota la coincidenza, la casa di Rosario Di Bella, l'autore del racconto, viene messa a soqquadro, così come gli uffici della Pro Loco. Qualcuno ha costruito un castello di bugie, e a Giannini spetta l'ingrato compito di raderlo al suolo.
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Edizione:3
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Anno edizione:2021
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Emanuele Bavetti 23 novembre 2016
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