Narrazione cruda delle nefandezze commesse dagli "italiani, brava gente" nella guerra d'Africa. Per l' efferatezza delle scene descritte, ho dovuto interrompere la lettura più volte, ma l' impulso ad arrivare fino alla fine è stato invincibile. Da leggere assolutamente perché noi, come popolo, non abbiamo ancora fatto i conti con il periodo più oscuro della nostra storia: informarsi è un dovere.
I fantasmi dell'Impero
Premio Selezione Bancarella 2018. Candidato al Premio Giorgio Scerbanenco 2017 per il miglior romanzo noir italiano
Etiopia, Africa Orientale, 1937. Da un anno Benito Mussolini ha proclamato l'Impero. Ma la propaganda tace che il popolo e il territorio sono tutt'altro che sottomessi. Più di prima infuria la guerra coloniale, anche con l'impiego dei gas, contro gli arbegnoch, i patrioti, ed è tanto più feroce quanto più incapace di successi. Dietro la brutalità degli occupanti e contro il vertice del regime coloniale serpeggia una trama oscura. Ciò che rende "I fantasmi dell'Impero" qualcosa di più di un romanzo storico è il modo in cui l'intreccio è costruito, dando la sensazione di una cronaca in presa diretta. E un miscuglio di finzione e storia che usa tutti i mezzi letterari disponibili: la narrazione immaginaria assieme al documento, le lettere e i telegrammi, il rapporto militare, l'informativa dei servizi, sigle protocolli e gerarchie, verbali di dialoghi e interrogatori. Una polifonia di testi che riproduce tutta la tensione della contemporaneità: attesa, affetto, paura, pena, rifiuto, raccapriccio. E insieme offre - attraverso crimini, sconfitte tenute nascoste, viltà e sadismi burocratici, ma anche gesti generosi e nobili persone - il quadro e il sentimento della mortificazione nazionale che fu la costruzione, irrealizzata, dell'«Impero». La storia si dipana seguendo l'inchiesta di Vincenzo Bernardi. Magistrato militare integerrimo, è lì per capire qualcosa delle azioni, da criminale di guerra, di un ufficiale, un certo Corvo. C'è stato l'attentato al viceré d'Etiopia Rodolfo Graziani, a cui gli italiani hanno risposto con una violentissima rappresaglia. Sulla scia della repressione, si è saputo di eccessi, in lontane province, che rinfocolano e rafforzano la tenace resistenza etiope. Seguendo le tracce di villaggio in villaggio, cercando i colpevoli, Bernardi entra nel cuore di tenebra del colonialismo italiano; ne conosce gli orrori, le bassezze, il conflitto sotterraneo che oppone la milizia fascista agli ufficiali dell'esercito. «Lei era dalla parte sbagliata, Bernardi». I fatti, i personaggi con i nomi cambiati, i nomi autentici, i luoghi, le battaglie, gli agguati, le esecuzioni e il resto, tutto quanto è vero, in questo romanzo; ma al centro è una finzione. Una congettura che però tracce d'archivio, coincidenze, atmosfere e certi esiti nel dopo fascismo rendono quasi plausibile.
Periodo/Luogo/Soggetto: XX sec., Africa italiana, Colonialismo
-
Autore:
-
Editore:
-
Collana:
-
Anno edizione:2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
-
Alba Rosa 12 gennaio 2025Informarsi è un dovere
-
Renzo Montagnoli 13 ottobre 2019
L’anno è il 1937 e in Etiopia, da poco conquistata, il viceré è il generale Graziani, che è da poco scampato a un attentato, a cui ha fatto seguito una repressione che definire feroce potrebbe quasi essere un eufemismo. Da allora è diventato sospettoso e teme di essere avviluppato in una ragnatela, ordita da nemici esterni e interni. Proprio per parare le mosse di questi ultimi invia l’avvocato militare, il tenente colonnello Vincenzo Bernardi, a indagare sui presunti abusi compiuti ai danni della popolazione dal capitano Corvo, un residente nei pressi del lago Tana; infatti ha il timore che si tratti dell’indizio di un complotto che ha lo scopo di provocare una rivolta con cui farlo apparire un incapace agli occhi di Mussolini. L’operazione, una vera e propria missione, vede l’avvocato militare accompagnato da una piccola, ma idonea scorta, comandata dal sottotenente Vittorio Vivarelli, e costitituita da pochi, ma validi ascari. Durante il tragitto non mancano attacchi e attentati, ma tutti falliscono, e allora, visto che sorge il dubbio che gli attaccanti non siano ribelli etiopici, sorgono subito spontanee due domande: chi vuole ostacolare la missione e che cosa non vuole venga scoperto? Non vado oltre, perché I fantasmi dell’Impero non è solo un romanzo storico, ma è anche un giallo ben congegnato, che al di là del fatto che possa essere visto come un lavoro adatto a far trascorrere piacevolmente un po’ di tempo presenta caratteristiche proprie che lo rendono di notevole interesse. Intanto, come esposto in una nota degli autori, l’occasione per scriverlo è venuta da un caso fortuito accaduto a Luigi Panella: il ritrovamento nei fascicoli del disciolto Ministero dell’Africa delle tracce di un’inchiesta del 1938, rimasta segreta, condotta da un magistrato militare sull’operato del capitano Gioacchino Corvo, un ufficiale accusato di crimini di guerra nell’Etiopia occupata. A prima vista sembrerebbe un Cuore di tenebra all’italiana, ma procedendo nell’esame dei carteggi emergono non poche contraddizioni che portano invece a ipotizzare dei pericolosi giochi di potere. Fra l’altro i protagonisti sono esistiti veramente e di alcuni viene riportato il nome e cognome, mentre per altri, per nulla inventati, si è preferito attribuire loro una nuova identità, anche se poi viene rivelato a chi corrispondano. Questo romanzo, che ha incontrato un notevole successo, ha senz’altro un pregio, cioè la demistificazione del colonialismo italiano, non dissimile da quello di altre nazioni europee, con una conquista che impose una totale sottomissione della popolazione, a completa disposizione degli occupanti, che potevano permettersi di fare quello che volevano, certi di restare impuniti, e allora furono numerosissime le violenze quotidiane, soprattutto sulle donne, considerate oggetti di un piacere usa e getta, per non parlare dei villaggi incendiati, della gente gassata, degli eccidi quasi sempre non giustificati. La ricostruzione storica è talmente dettagliata che anche particolari, in altre opere trascurati, come le divise indossate, sono descritti fedelmente. Se qualcuno poi pensa che si esageri nel parlare della nostra violenza, basta leggere i telegrammi dell’epoca, scambiati fra il potere centrale e i comandanti, per capire che non si è mai trattato della follia di qualche singolo, quanto basta ancora una volta per sfatare il mito degli italiani brava gente, un’invenzione nostra per autoassolverci. I fantasmi dell’Impero è un romanzo indubbiamente coinvolgente, ma è anche un’opera coraggiosa che descrive un pezzo della nostra storia prima volutamente ignorato.
-
Una denuncia eloquente delle meschinità, delle ribalderie, delle atrocità dei fascisti in Etiopia, gerarchetti di un futile impero. La trama è emozionante, forse un po’ approssimativa così infarcita di avventure militari, di intrighi politici e di crucci amorosi. É eccitante sapere che i personaggi sono esistiti; anche se poi delude la parte di Bruna Bindi, di cui il libro mostra una splendida foto che ne esalta la bellezza del volto e dell’anima.
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da Feltrinelli, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.lafeltrinelli.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it