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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2024
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Gli anni Cinquanta in Spagna furono anni ingrati, in cui tutto era peccato e peccare era reato: una realtà cupa, asfissiante, su cui Almudena Grandes apre uno squarcio, raccontando la storia di un uomo e di una donna che hanno avuto il coraggio di opporsi alla dittatura – anche dei sentimenti – che strangolava il paese.
«Una delle più grandi scrittrici contemporanee» – Mario Vargas Llosa
Nel 1954 Germán Velazquez Martín decide di tornare a casa. Aveva lasciato la Spagna un attimo prima della caduta della Repubblica grazie all’aiuto del padre, illustre psichiatra perseguitato dai franchisti. Negli anni dell’esilio in Svizzera, Germán si è laureato e in seguito ha condotto una importante sperimentazione su un nuovo farmaco. Per questo gli hanno offerto un posto nel manicomio femminile di Ciempozuelos, vicino a Madrid, dove ritrova Aurora Rodríguez Carballeira, che era stata la più enigmatica fra le pazienti di suo padre. Colta e intelligentissima, Aurora era affetta da una grave forma di paranoia che l’aveva condotta a compiere il più atroce dei gesti. Condannata per l’omicidio della figlia Hildegart, Aurora vive da anni in uno stato di apatia, interrotto solo per fabbricare inquietanti pupazzi di stoffa… Scardinare le difese di una mente così intricata sarebbe impossibile senza un alleato, ma Germán può contare su María, infermiera ausiliaria già messa a dura prova dalle esperienze della vita, malgrado la giovane età. Per lei infatti Aurora ha una considerazione particolare, insieme trascorrono lunghi pomeriggi studiando le piante e consultando il mappamondo alla ricerca di posti lontani. Sfidando le convenzioni, lo psichiatra si avvicina a María, finché tra i due nasce un sentimento puro e fragile, che per sopravvivere dovrà sottrarsi alle ombre del passato di entrambi.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
La figlia ideale è un romanzo potente e delicato allo stesso tempo, un canto a tre voci ambientato negli anni cinquanta nel manicomio femminile di Ciempozuelos, nei pressi di Madrid, dove lo psichiatra Germán Velazquez Martín tenta di sperimentare un farmaco sulle donne ricoverate, tra cui l'enigmatica figlicida Aurora Rodríguez Caballeira. La scienza ufficiale disconosce questa pratica e la Chiesa vi si oppone come a qualcosa di contrario alla cristianità, eppure "se Dio aveva creato tutto, anche la tavola periodica degli elementi doveva essere opera sua". Germán viene isolato, contrastato, boicottato, ma trova in María Castejón, infermiera ausiliaria "dolce come lo zabaione", un'alleata e confidente. Il racconto è un profluvio di storie che intrecciano le vicende personali dei protagonisti, la dittatura franchista, e soprattutto il tentativo di essere anticonvenzionali in una Spagna fortemente conservatrice e clericale. Almudena Grandes è stata davvero una delle più grandi scrittrici contemporanee, un'autrice nata per raccontare, e questo suo ultimo intenso romanzo ne serberà il ricordo.
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