La figlia oscura

Una vacanza in una splendida località del Mar Ionico italiana diventa l’improbabile scenario per un'oscura storia di abusi familiari e di lotta con i propri demoni interiori: Elena Ferrante getta uno sguardo sul lato oscuro della maternità, esamina i modi in cui la vita familiare e la carriera possono trascinare qualcuno in direzioni opposte e metterlo emotivamente di fronte a dure scelte, ma soprattutto non si fa scrupoli nel dimostrare come dedicarsi alla cura degli altri potrebbe darci l’impressione che ci stiamo annullando e improvvisamente vogliamo riprenderci noi stessi. Ferrante fa un'esposizione oscura e cruda ma reale e veritiera sulla lotta interiore che attanaglia una donna che cerca di sentirsi all'altezza delle “regole sociali non scritte” per dimostrarsi una buona madre. La trama, benché piuttosto esigua e breve, costruisce una tale tensione che può fare a pezzi l’animo del lettore tanto quanto le tensioni interiori annullavano la protagonista, Leda, donna ormai di mezza età, quando è diventata madre da giovane. La scrittura di Ferrante ha infine una cadenza davvero unica nel suo genere, che aumenta il senso di disagio dei protagonisti del racconto. Curioso di vedere la trasposizione cinematografica con la regia di Maggie Gyllenhaal con protagoniste due fantastiche attrici, Olivia Colman nel ruolo di Leda e Dakota Johnson in quello di Nina.

Non è il miglior romanzo scritto dalla ferrante ma senz'altro è molto piacevole

La Ferrante non si smentisce mai