In crisi di astinenza da… Elena Ferrante, dopo la saga de “L’Amica geniale”, ho letto i suoi libri precedenti. Per certi versi ne “La figlia oscura” ho ritrovato tutta l’atmosfera che conoscevo. Con la sua potente scrittura la Ferrante racconta di un’altra donna (con tante analogie con la Elena protagonista della quadrilogia) e della sua quotidianità apparentemente semplice. Riesce ancora una volta a trasmetterne la complessità, la profondità, le contraddizioni grazie alle sfumature emotive così bene indagate e descritte.
Leda è un'insegnante di letteratura inglese, divorziata da tempo, tutta dedita alle figlie e al lavoro. Ma le due ragazze partono per raggiungere il padre in Canada. Ci si aspetterebbe un dolore, un periodo di malinconia. Invece la donna, con imbarazzo, si sente come liberata e la vita le diventa più leggera. Decide di partire per una vacanza al mare in un paesino del sud. Ma, dopo i primi giorni quieti e concentrati, la donna si imbatte in una famiglia poco rassicurante, in eventi minacciosi. Pagina dopo pagina la trama di una piacevole riconquista di sé si logora e Leda compie un piccolo gesto opaco, ai suoi stessi occhi privo di senso, che la trascinerà verso il fondo buio della sua esperienza di madre.
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Anno edizione:2006
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