Filologia ed eresia. Scritti religiosi - Lodovico Castelvetro - copertina
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Letteratura: Italia
Filologia ed eresia. Scritti religiosi
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Il cinquecentenario della nascita di Ludovico Castelvetro ha visto fiorire numerose iniziative di ricerca che hanno posto in evidenza, oltre alla crescente consapevolezza della centralità del poliedrico letterato modenese nel quadro della cultura del XVI secolo, anche i risultati e le potenzialità di una rinnovata stagione storiografica. Questo volume intende rendere facilmente accessibili agli studiosi alcune opere di Castelvetro inedite o di non agevole reperimento e, al contempo, fornire spunti e riflessioni che contribuiscano al vivace dibattito sulla figura e l'opera di un personaggio, i cui interessi culturali, le cui vicende umane, scelte religiose e morali hanno costantemente attraversato, insieme con i confini geografici e le frontiere politiche, gli ambiti e le partizioni delle discipline umanistiche così come i perimetri delle ortodossie religiose. Se la vita, e la stessa produzione letteraria e critica, di Ludovico Castelvetro restano ancora in molte parti enigmatiche, sotto il velo opaco delle lacune documentarie e dei silenzi delle fonti, si intuisce tuttavia con sempre maggiore evidenza un profilo di straordinario spessore culturale, religioso ed etico, in grado non solo di misurarsi con i maggiori esponenti delle grandi correnti del pensiero europeo ma di recarvi anch'esso originali contributi.

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Filologia ed eresia. Scritti religiosi

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16 marzo 2011
368 p., Brossura
9788837224455

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Foto di Lodovico Castelvetro

Lodovico Castelvetro

(Modena 1505 - Chiavenna, Sondrio, 1571) letterato italiano. Condannato in contumacia dall’Inquisizione (1556) sotto accusa di eresia, forse anche in seguito all’aspra polemica sostenuta con A. Caro (1553), riparò all’estero. Fra le sue opere si ricordano un rigoroso commento al Canzoniere di Petrarca (postumo, 1582) e un volgarizzamento della Poetica di Aristotele che fece testo nei dibattiti letterari del secolo («Poetica» d’Aristotele vulgarizzata et sposta per L.C., 1570): egli sottolineava l’importanza primaria dell’originalità della «invenzione» e faceva (razionalisticamente) consistere la poesia in un «meraviglioso verisimile» che deve «dilettare e ricreare il popolo commune». Abbozzò inoltre una grammatica storica e sistematica e intervenne nella questione della lingua con le Giunte...

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