Joyce non va mai solo letto, va anche studiato. È praticamente impossibile captare tutte le sfumature del suo stile unico e brillante, cogliere la bellezza delle sue opere, se non ci soffermiamo a riflettere e ad analizzare quello che stiamo leggendo. "Ulisse" è la descrizione di una giornata (il 16 giugno 1904), mentre "Finnegans wake" è la descrizione di una notte. Leggerlo è come entrare nella vita onirica di un uomo e tentare di trovare una logica a quei sogni assurdi. È come entrare in un'allucinazione e provare a restare lucidi per catturare un senso sfuggente o una sensazione ambigua. Joyce affermava:" Il libro è il sogno del vecchio Fin, che, morto, giace disteso lungo il fiume [...] e osserva la storia dell'Irlanda e del mondo -passato e futuro- scorrergli lungo la mente come rifiuti sul fiume della vita". Credo che sia il libro più complesso e delirante mai scritto. Le frasi perdono la punteggiatura, la tecnica del flusso di coscienza viene portata all'estremo e forma periodi incomprensibili, le parole si fondono l'una con l'altra e costruiscono neologismi intraducibili. Joyce era un poliglotta e per scrivere "Finnegans wake" ha usato quaranta lingue diverse, dando vita ad un idioma nuovo. Mentre leggevo questo folle capolavoro dovevo soffermarmi su ogni singola parola e tentare di captarne il senso. Infatti un singolo vocabolo (se tradotto in un'altra lingua) attribuisce alla frase un senso completamente diverso. Ad esempio il titolo "Finnegans wake" può essere tradotto in molteplici modi. In italiano viene tradotto come "La veglia di Finnegan", benché sia privo del genitivo sassone. Eppure possiamo tradurlo anche come segue: "wake" in inglese significa "veglia", "negans" in latino significa "che nega" e "fin" in francese significa "fine; quindi può essere tradotto come "Una veglia che nega la fine". Questo processo di traduzione deve essere applicato a tutto il libro, è necessario cercare parole all'interno delle parole stesse, è necessario tentare di far combaciare i pezzi di un puzzle onirico. Comprendere anche solo il 40% di questo libro è una sfida. Eppure lo consiglio a chiunque voglia entrare nella mente di un genio e tentare di ricomporre quello che vede attraverso il delirio di un sogno notturno.
Finnegans Wake. Testo inglese a fronte. Vol. 1: I-IV.
"Libro della notte", prosecuzione del viaggio nell'animo umano iniziato con quel "libro del giorno" che è l'Ulisse, Finnegans Wake è una «suprema sintesi verbale del Creato» costruita attingendo a quaranta lingue. La sua traduzione è dunque una ininterrotta sfida, come testimonia Umberto Eco: «Il "senso" di quest'opera ha la ricchezza del cosmo, e l'autore vuole ambiziosamente che esso implichi la totalità dello spazio e del tempo - degli spazi e dei tempi possibili». Nei primi quattro capitoli viene introdotto il personaggio di HCE - oste di Dublino (Humphrey Chimpden Earwicker), colle nei pressi della città (Howth Castle and Environs), personificazione dell'umanità intera (Here Comes Everybody) -, il suo non precisato crimine, probabilmente di natura sessuale, e la misteriosa lettera che lo potrebbe scagionare o incriminare.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2017
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Giulia Maturani 10 maggio 2018
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