Fiori per un vagabondo. Un caso di Petri e Miceli - Gianni Simoni - copertina
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Letteratura: Italia
Fiori per un vagabondo. Un caso di Petri e Miceli
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Descrizione



Un nuovo caso per la coppia di investigatori tanto amata dai lettori. Il commissario Miceli e l'ex giudice Petri questa volta dovranno scoprire prima di tutto l'identità della vittima...

"Non siamo più di fronte a un regolamento di conti, in cui il barbone si è trovato per caso" terminò la frase Petri, "ma a un omicidio volontario. Un omicidio premeditato. Ora la domanda è: perché hanno sparato a un barbone?"

Una sparatoria in pieno giorno sulla porta di un bar nella periferia di Brescia. E, mentre una Vespa si allontana a tutto gas verso la tangenziale, un barbone che passava di lì per caso si accascia sul marciapiede. Sembrerebbe una faccenda di poco conto, eppure... Subito emergono alcune stranezze: se si trattava di un vagabondo, perché allora indossava una camicia cifrata e di ottima fattura e aveva le unghie dei piedi curate? E come mai è stato colpito da ben due colpi, uno di striscio alla spalla e l'altro, letale, in pieno viso? Un proiettile vagante passi, ma due... I conti non tornano per il commissario Miceli, che, in assenza del commissario titolare Grazia Bruni, è stato reintegrato a tempo pieno, con buona pace della sospirata e sempre più lontana pensione. E, come sempre, quando i conti non tornano, Miceli chiama in aiuto il suo vecchio amico, l'inossidabile ex giudice Petri. Nonostante le flebili, se non quasi inesistenti tracce - un anonimo mazzo di fiori di campo lasciato chissà da chi sul luogo del delitto -, i due investigatori riusciranno a dare corpo a un caso che rischiava di scomparire, come la sua vittima.

Dettagli

5 maggio 2016
240 p., Rilegato
9788850239627

Valutazioni e recensioni

  • Petri e Miceli invecchiano e si percepisce la loro stanchezza anche nella narrazione. Grazia Bruni è il personaggio che più mi ha delusa in questo libro, pur essendo in maternità e poco partecipe. La storia vine lasciata nelle mani del giudice, forse troppo. Miceli ormai è il fantasma di se stesso (tutto giustificato dalla sua storia, ma non sarebbe il caso di lasciarlo andare in pensione in pace?). Ciò nonostante la lettura è sempre piacevole, la storia abbastanza interessante e io mi sono affezionata ai personaggi per cui ho tanto atteso l'uscita di questo libro e pur non essendone entusiasta non posso dirmene delusa.

Conosci l'autore

Foto di Gianni Simoni

Gianni Simoni

Vive a Milano dal 1985, ex magistrato, si è occupato della maggior parte dei processi di sequestro di persona a scopo di estorsione e di alcuni dei processi "politici" di quegli anni, svolgendo indagini sulle cellule bresciane legate alle BR e a Prima Linea. Nel 1985 si trasferisce alla Procura Generale di Milano, tratta come pubblico ministero alcuni dei principali processi di criminalità organizzata (Wall Street, Count Down) e il processo d'appello per l'omicidio Ambrosoli. Conduce l'inchiesta sulla morte per avvelenamento di Michele Sindona nel carcere di Voghera. Con Garzanti ha pubblicato Il caffè di Sindona, in collaborazione con Giuliano Turone. È autore dei casi dell'ex giudice Petri e del commissario Miceli e delle indagini del commissario Lucchesi,...

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