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Anno edizione: 2018
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Oggi vorrei parlarvi di un classico di Edwin A. Abbott, "Flatlandia", edizione Feltrinelli. Questo è un libro folle, è un libro che io ho amato tantissimo; la prima volta lo lessi addirittura ai tempi del liceo, poi in seconda analisi, quando da maturo ho voluto di nuovo entrare nel mondo di "Flatlandia", i personaggi del libro sono divenuti il quadrato, la sfera e le linee rette. Questo è un pamphlet politico, un libro di critica alla società vittoriana dell'epoca perché Abbott scrive nella seconda metà dell'Ottocento. È un libro ritenuto di fantascienza che quindi consiglio agli amanti del genere ma anche a chiunque voglia entrare in un mondo folle, in una satira accesa e molto ironica e intelligente.
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Gli abitanti di Flatlandia sono figure geometriche, esseri intelligenti la cui esperienza è confinata a un piano, che non hanno consapevolezza dello spazio né i mezzi per staccarsi dalla superficie su cui vivono. La forma denota la natura e determina la classe sociale (le contaminazioni libertarie del colore sono state bandite, ovviamente per il bene pubblico). Il protagonista, un avvocato, dunque un quadrato (o viceversa), giustifica le interazioni sociali rispettando la coordinata bidimensionale, finché una sfera non interseca il piano, sotto forma di cerchio, e rivela, al solo protagonista, la natura dei solidi, innanzitutto mediante dimostrazione matematica. Durante la lettura, leggera e veloce, ho spesso provato simpatia e apprezzato la genialità delle descrizioni più semplici, ma anche la profondità dei messaggi sottesi: la satira contro il conservatorismo o il ruolo delle donne (mere linee, subalterne nel mondo bidimensionale, fondamentali in quello tridimensionale); l’apertura verso una quarta dimensione, scientifica o metafisica; la nocività di una mente che non sa accogliere e mettersi in discussione.
Storia molto interessante
Un libro abbastanza leggero e scorrevole ma che fa riflettere su quanto i punti di vista di ciascuno di noi siano, per l'appunto, soggettivi
Recensioni
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