Folla anonima e incomunicante. Opere pittoriche
Dopo la mostra del 2010 a Castel dell'Ovo di Napoli, Gennaro Esca presenta la produzione recente in questo bel catalogo. Esca vede la carica di violenza che percorre il mondo contemporaneo e la rappresenta in modo non cruento, quasi un dato se pur doloroso del vivere. I suoi prigionieri sotto il sole sono spogliati di ogni sembianza umana, essere viventi in attesa della fine, o corpi ripiegati su se stessi, reietti e colpevolizzati di cui si discerne la folta capigliatura di un capo femminile. O il grido muto e scultoreo, di morto sull'attenti. Ma la violenza prima di essere manifesta e riconoscibile, nasce nel sociale, è quasi connaturata nell'individuo moderno. Si appalesa come anonimato, non-comunicazione, solitudine. La maggior parte della produzione recente si svolge su questi temi, di cui Gennaro Esca coniuga le varie voci. A cominciare dal violinista di strada parigino, che suona per sé. La sua musica si sparge nell'aria. Chissà se qualcuno, oltre alla bella fioraia, ne capta le note, ne coglie il motivo. Una metafora dell'artista odierno, quasi un autoritratto.
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Anno edizione:2013
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