Foresta oscura è uno di quei romanzi che ti attirano con un sussurro e poi ti trascinano in un abisso di tensione, magia, e inquietudine sempre più palpabile. Gry Kappel Jensen costruisce una fiaba nera moderna, crudele e magnetica, dove l’oscurità non è soltanto quella che abita i boschi, ma quella che nasce dal cuore umano. La storia segue Ava e Linn, due sorelle in cerca di una vita migliore, trascinate dal padre all’interno di una foresta di cui si raccontano storie terribili: streghe, creature fameliche, spiriti in agguato tra gli alberi che sembrano osservare ogni passo. E quando il padre scompare nella notte, lasciando dietro di sé solo silenzi e paura, inizia il vero incubo. La tensione cresce gradualmente, sottile come un brivido. La foresta diventa un organismo vivo, capace di inghiottire il tempo e confondere la mente. È qui che le ragazze trovano la capanna di Nebula, una donna enigmatica che vive con un gruppo di bambini apparentemente ritrovati, bambini troppo silenziosi, troppo obbedienti, troppo… strani. Nebula è una figura affascinante: protettrice, ambigua, materna e sinistra allo stesso tempo. La sua presenza incarna perfettamente la doppia anima della storia: accoglienza e minaccia, luce e buio, amore e manipolazione. Ava, la voce più forte del romanzo, è un personaggio che resta sotto pelle: determinata, spaventata, imperfetta. È disposta a tutto pur di salvare la sua sorellina, e proprio la sua determinazione diventa il tramite attraverso cui il lettore scopre il lato più profondo della storia. Perché la magia che serpeggia tra gli alberi non è fatta solo di incantesimi: è fatta di memorie, di traumi, di quelle parti di noi che non vogliamo vedere… ma che, nel buio, crescono. Continua sul blog...
