fortuna di Shakespeare (1593 1964) Volume I e II
Club degli Editori (Saggi 25, 26); 1965; Noisbn ; Copertina flessibile ; 21 x 16 cm; pp. 743; A cura di Gabriele Baldini. ; Presenta segni d'uso e dle tempo ai bordi (senza mancanze, imperfezioni, sbucciature), interno senza scritte, volumi bruniti; Accettabile (come da foto). ; «Gli attori lodano Shakespeare perché nei suoi scritti non si trovano cancellature. Meglio sarebbe stato se di cancellature ne avesse fatte a migliaia. » Così scriveva il poeta tragico Ben Jonson, intorno al 1630. Barbarie, rozzezza, esuberanza, insufficienze della cultura, incoerenza ma, per contro, capacità di vivere in se stesso tutti i personaggi che rappresenta, fedeltà alla natura. Così si va avanti fino al momento in cui è proprio la "rozzezza" di Shakespeare a mettere in crisi il neo-classicismo. Dopo di che, l'età romantica capovolge la situazione: i difetti di Shakespeare diventano virtù, anzi i modelli di ogni virtù poetica. Fin lì ci ha condotti il primo volume del presente libro. Nella seconda parte, stroncature di Shakespeare non se ne leggono più, salvo quella di Tolstoi. Il primo a prendere la parola è il De Sanctis, al quale seguono alcuni dei più attendibili interlocutori degli ultimi cento anni: da Taine a Shaw, da Hofmannsthal a Gide, alla Woolf, a Auden. Per parecchi decenni la ribalta è occupata dalla cultura positivista che cerca di scoprire nei lucidi congegni del gioco shakespeariano una percezione psicologica capace di addentrarsi fin sull'orlo dell'inconscio. Già dal primo volume, il lettore aveva avvertito che il Baldini, oltre a compiere la scelta, ha l'abilità e il piacere di sceneggiarla. Ed ecco che una fortunata circostanza gli offre anche il colpo di scena. Ne è autrice Caroline F. Spurgeon che, al principio del nostro secolo, accantona i motivi tradizionali della critica su Shakespeare, inaugurando una esplorazione tecnica del suo linguaggio, sulla base dei sistemi immagini. Il risultato è di cogliere, in una dimensione nuova, tutta la ricchezza delle facoltà espressive e delle "ambiguità" del poeta. Il primo scopo di questa Fortuna è di offrire una guida ai lettori del poeta. Ma insieme essa fornisce un ritratto della cultura occidentale, ricavato dal suo atteggiarsi di fronte al più inquietante dei suoi testimoni. ; L'immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.
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Anno edizione:1965
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