La frontiera abitabile. Per una psicoterapia con gli immigrati
Questo libro presenta una riflessione sulla "nostalgia retroflessa", nel quadro di un lavoro sulla psicoterapia con gli immigrati. L'ambiente del migrante si costituisce come lo spazio di frontiera tra due assenze: quella del luogo di partenza e quella del paese di approdo. Soltanto immaginando la possibilità di contaminazioni creative di molteplici modalità relazionali è possibile co-abitare la frontiera, nella prospettiva di sostituire al concetto di integrazione quello di "ibridazione". La sfida davanti a cui si trova l'etnopsicoterapia è proprio quella di rendere pensabile, immaginabile, possibile, praticabile, abitabile uno spazio altro da quelli codificati dalle regole dell'esclusione e dell'inclusione.
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Anno edizione:2012
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