Fuoco unanime
È un fuoco fisico e metafisico, presenza ustoria e perenne, anagogica luce, vero axis mundis, il "fuoco preso e reso", nel circolo tra "cielo e terra, cielo sulla terra e sotto terra", quello cantato da Gigli in "Fuoco unanime": è sia la scintilla che nel microcosmo accende il senso stesso dell'umano, in nuce nella scimmia di Lascaux magnificamente rievocata, sia la luce che sostiene l'essenza sacra degli "uomini/ di tutti i secoli, negli anni e nelle latitudini". Gigli ci dice nitidamente che è una fiamma "unanime" ed è "del desiderio": è cioè la quintessenza stessa della natura umana, desiderata, cioè privata del cielo, data alla terra. La trasposizione narrativa di questa doppia natura, pilastro - per semplificare - di tutto il pensiero mistico, si avvale di famiglie lemmatiche parallele e contrapposte, anche sul piano simbolico.
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Anno edizione:2016
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