Galileo in Leopardi
Leopardi scopre Galileo negli studi scientifici giovanili. L'apprezzamento dell'opera di Galilei è un filo conduttore della sua maturazione filosofica e letteraria. Il libro individua la presenza di Galilei nelle letture leopardiane, negli scritti giovanili e nelle opere edite e inedite, con un'attenzione particolare allo "Zibaldone" e alla "Crestomazia della Prosa"; riconosce in Galilei un modello di stile e di pensiero, ma scopre anche perché Leopardi ha difficoltà nell'affrontare la questione del processo allo scienziato pisano e nel rendergli pubblicamente quel posto centrale nella cultura italiana che privatamente riconosce. Emerge la sua scarsa propensione alla matematica, la sua ritrosia a seguire gli ideali liberali, ma anche un conflitto con il padre sulla legittimità del sistema galileiano, sull'accettazione o meno della centralità della fede cristiana rispetto alle verità sui filosofi. Due le appendici: la prima segue lo "sguardo sul cosmo" di Calvino, tra Leopardi e Galileo; la seconda ripropone quel "librettino molto importante di pensieri filosofici e belli" di Galilei che Leopardi aveva trascelto per la "Crestomazia", prima antologia di prose galileiane.
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Anno edizione:2007
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