Il mondo, si sa, è pieno di manipolatori, sia nei rapporti individuali che in quelli sociali e politici. Per riconoscerli, capirne le tecniche più o meno occulte di persuasione e, soprattutto, imparare a difendersene, è senz’altro di utilissima lettura il saggio di Hélène Frappat “Gaslighting - Contro la manipolazione”. Gaslighting è neologismo introdotto negli anni ‘40 del secolo scorso in seguito al successo di un film di George Cukor intitolato Gaslight, nel quale l’anima semplice della giovane Paula, interpretata da una meravigliosa Ingrid Bergman, viene in vari modi manipolata psicologicamente dal perfido marito Gregory, cui dà da par suo corpo e ambigue espressioni Charles Boyer, fino a condurla alle soglie della follia. Frappat parte dalle situazioni del film per passare in rassegna, attingendo esempi con ammirevole disinvoltura da letteratura, mitologia, psicanalisi, cinema e sociologia, le diverse tecniche con cui singole persone o intere moltitudini possono essere indotte a credere vero il falso, o ancor peggio a dubitare dell’uno e dell’altro, permanendo in uno stato di paralizzante incertezza, come Ingrid Bergman in balìa del gaslighter Charles Boyer, e come tante volte nel corso della storia le masse ipnotizzate da abili demagoghi. Il libro è efficacemente suddiviso in quattro capitoli, anzi quattro atti, ognuno ispirato ma anche dedicato a una figura femminile del mito o della letteratura (la Alice di Lewis Carroll, e poi le mitologiche Elena, Cassandra e Antigone), perché eccezioni a parte l’evidenza è che, perlomeno nei rapporti individuali, siamo soprattutto noi maschietti a manipolare l’altra metà del cielo. Su scala più grande, quando la manipolazione diventa tecnica politica a colpi di fake news e altre meraviglie rese possibili dai nuovi media, parrebbe invece non esserci più la medesima univocità per quanto riguarda l’appartenenza di genere; ma non so se sia il caso di rallegrarsi per le raggiunte pari opportunità in questo ambito.
Gaslighting. Contro la manipolazione
Nell’arco di alcuni decenni il gaslighting è passato dal cinema alla psicoanalisi, dal femminismo alla politica, dallo spazio privato a quello pubblico, dalla camera da letto al posto di lavoro, dalla cultura pop alla teoria politica, dalla famiglia allo Stato, dal matrimonio alla diplomazia internazionale. Eppure, l’intera gamma dei suoi usi non è stata ancora teorizzata.
Paula è una cantante e ha appena sposato Gregory, un pianista mediocre. Gregory però è solo interessato alla ricchezza di Paula. Così, cerca di impadronirsene facendole credere di essere impazzita. Facendole credere che i lumi a gas nella loro dimora non si abbassino di continuo – manovrati da lui, che nega – ma siano solo il riflesso della sua mente malata. Paula, a cui nessuno crede mai, finisce per perdere la voce. Questo accade in "Gaslight" ("Angoscia" in Italia), indimenticabile film di George Cukor con Ingrid Bergman e Charles Boyer, da cui ha avuto origine il termine e la tecnica di manipolazione a esso associata, gaslighting. Da allora il gaslighting è diventato concetto cardine del nostro tempo, parola dell’anno 2022 secondo il Merriam-Webster, e in questo libro Hélène Frappat si mette sulle sue tracce, partendo dalle figure femminili «messe a tacere» dalla Storia – da Antigone e Cassandra a Marilyn Monroe – per allargare il discorso alla società tutta. Non solo le donne infatti sono bersaglio del gaslighting, crimine perfetto nella sua sottile violenza: ciò di cui si accusa l’interlocutore non è mai accaduto e la vittima è privata della propria voce. Da qui, il passo che porta a fake news, negazionismo e post-verità è brevissimo. Chi ha fatto sparire le voci delle donne (e non solo)? E perché? Indagine su una sparizione, libro-inchiesta su uno dei concetti più presenti nel dibattito contemporaneo, meditazione fra politica, sociologia, filosofia e cinema, il saggio di Frappat con una sola parola ci spalanca le porte dell’oggi e si propone di fare una cosa tanto semplice quanto rivoluzionaria: alzare il volume.
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Anno edizione:2024
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Luca 04 gennaio 2025
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