Giorgione
Alla fine dell'Ottocento, intorno al nome di Giorgione, si profilano due indirizzi critici, che rinviano a modi antitetici di affrontare la critica d'arte: l'uno, fondato sulla ricerca storica e sul metodo scientifico, l'altro, che punta a cogliere e decifrare il nucleo ideale dell'opera artistica, riportando nell'ekphrasis l'equivalente verbale dell'emozione visiva. Angelo Conti si confronta con entrambe le prospettive, ma sceglie la seconda, nell'intento di andare oltre la storia dell'arte e di attingere al piano della riflessione estetica. Guardando a Schopenhauer e a Pater, a Ruskin e ai preraffaeliti inglesi, Conti suggerisce un approccio nuovo alla lettura della produzione giorgionesca, ponendosi in aperta polemica nei confronti della critica storico-erudita di matrice accademica e dell'arte contemporanea, ai cui modelli contrappone la lezione greca e rinascimentale. Pubblicato per la prima volta nel 1894, il "Giorgione" di Angelo Conti è un testo classico dell'estetismo italiano.
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Anno edizione:2007
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