Questo non è un thriller, tanto meno un procedural. L’indagine si svolge sul piano esistenziale, chiamando in causa i ricordi della protagonista, erosi e alterati dal tempo. L’orizzonte però va oltre la sfera personale, coinvolge la Storia e le trasformazioni della modernità. L’io narrante è una doppiatrice, ‘anima’ corpi altrui, ma è messa in crisi prima dall’ascesa dell’IA (pura voce disincarnata che non tentenna e supera anche la barriera della morte) e quindi da una convocazione telefonica nella città natale. Le onde di risacca del mare davanti a Le Havre vanno di pari passo con quelle della memoria, che progressivamente riportano alla coscienza frammenti del passato, ricordi scolastici e familiari e (soprattutto) l’amore assoluto e devastante della prima giovinezza. Analogamente, al conflitto ucraino di oggi (raccontato da due studentesse in fuga) fanno eco le testimonianze del bombardamento alleato che rase al suolo Le Havre, lasciando solo macerie su cui operare una ricostruzione totale simile ad una rimozione collettiva. Materia ricca dunque, cui si aggiungono i migranti dispersi nella Manica, il narcotraffico, il confronto generazionale con gli adolescenti odierni e altro ancora. Quel che fa la differenza per me, come lettore, è la scrittura della De Kerangal (già sperimentata in ‘Nascita di un ponte’), fatta di periodi lunghissimi scanditi solo dalle virgole, da un lessico esatto, a volte tecnico, che fornisce precisione analitica senza abbassare la temperatura emotiva. Questa giornata nella vita di una donna mi ha conquistato per la ‘voce’ dell’autrice che l’ha animata, lontana (almeno per ora) dagli esercizi imitativi dell’IA.
Giorno di risacca
In un’unica, intensa giornata, la protagonista si immerge nelle strade di un luogo intriso di memorie e segreti. Le Havre diventa così lo scenario di un viaggio intimo e perturbante, dove il passato riaffiora con la forza inarrestabile della risacca.
«Per me la giovinezza è una promessa, un impulso. Un elemento centrale nella mia scrittura. I miei libri non sono mai totalmente indipendenti l'uno dall'altro: portano sempre con sé qualcosa di quelli precedenti e prefigurano quelli successivi.» - Maylis de Kerangal, Robinson
«L’autrice di Riparare i viventi torna a Le Havre, la città della sua infanzia, con questa intima odissea dall’aria di un thriller hitchcockiano. Un incantesimo.» - Le Nouvel Obs
«Nel suo bellissimo romanzo Giorno di risacca, una donna, una città, lo shock delle emozioni rimosse.» - La Libre
«Maylis de Kerangal è un'ottima risposta per chi ancora osi chiedere qualcosa alla letteratura.» - Marco Archetti, Il Foglio
«Partendo da un corpo in mare, Maylis de Kerangel tesse insieme l'atmosfera della città di Le Havre e la guerra che la segnò, il passato delle persone e il presente che ne è emerso.» - Antonella Lattanzi, La Lettura
Una telefonata inaspettata interrompe la quieta routine di una donna parigina: sulla spiaggia di Le Havre, città dov’è nata e ha trascorso la giovinezza, è stato ritrovato il corpo di un uomo senza vita. Chi è e perché aveva in tasca un biglietto con il suo numero di telefono?
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Anno edizione:2025
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Loris 03 giugno 2025
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