Come sempre De Luca riesca a incantarti con poco. A lui bastano meno di 100 pagine per catturarti, il suo stile di scrittura ti spinge a provare una profonda invidia perchè, solo lui, riesce a trasmettere con poche parole sentimenti ed emozioni. Nei suoi romanzi quello che è importante non è la storia, ma come viene raccontata. Per questo avviso sempre chi deve iniziare per la prima volta un suo libro: non dovete aspettarvi la trama ricca di colpi di scena ma la poetica ricercata in ogni sua parola.
Il giorno prima della felicità
Don Gaetano è uomo tuttofare in un grande caseggiato della Napoli popolosa e selvaggia degli anni cinquanta: elettricista, muratore, portiere dei quotidiani inferni del vivere. Da lui impara il giovane chiamato "Smilzo", un orfano formicolante di passioni silenziose. Don Gaetano sa leggere nel pensiero della gente e lo Smilzo lo sa, sa che nel buio o nel fuoco dei suoi sentimenti ci sono idee ed emozioni che arrivano nette alla mente del suo maestro e compagno. Scimmia dalle zampe magre, ha imparato a sfidare i compagni, le altezze dei muri, le grondaie, le finestre - a una finestra in particolare ha continuato a guardare, quella in cui, donna-bambina, è apparso un giorno il fantasma femminile. Un fantasma che torna più tardi a sfidare la memoria dei sensi, a postulare un amore impossibile. Lo Smilzo cresce attraverso i racconti di don Gaetano, cresce nella memoria di una Napoli (offesa dalla guerra e dall'occupazione) che si ribella - con una straordinaria capacità di riscatto - alla sua stessa indolenza morale. Lo Smilzo impara che l'esistenza è rito, carne, sfida, sangue. È così che l'uomo maturo e l'uomo giovane si dividono in silenzio il desiderio sessuale di una vedova, è così che l'uomo passa al giovane la lama che lo dovrà difendere un giorno dall'onore offeso, è così che la prova del sangue apre la strada a una nuova migranza che durerà il tempo necessario a essere uomo.
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2009
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BARBARA BETTO 24 novembre 2016
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Mario Sirica 06 maggio 2016
Amo De Luca, amo come scrive, amo ogni suo romanzo. Sono quei romanzi che o si amano, o si amano. Non c'è spazio per odiare uno stile così libero ma preciso. Adoro il suo modo di raccontare i fatti, rende quella parte della nostra storia meno amara, ma più puerile e gioiosa. La prima opera, se non sbaglio, che ho letto era "Tu, mio", e questa ha sancito il mio stretto rapporto con ogni suo romanzo. Mi mancano ancora delle letture da portare a termine, ma proprio questo amore m'incentiva ad andare avanti e un po' spero che Erri non smetta mai di scrivere, che sia immortale (anche se, in fondo, lo è già e lo sarà sempre). Se volete una dose di amore in formato romanzo, De Luca è sempre la scelta giusta.
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RITA SALVATI 25 novembre 2010
Credo sia molto passionale aggettivo che si addice molto alla mia Napoli, una città complicata ma di certo splendida, perché se vedi un posto come questo non lo dimentichi più, e non è per il sole o per il mare, ma per la gente, è un libro che racconta una storia particolare, scritto splendidamente. Vivamente consigliato.
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