Il giovane sbirro - Gianni Biondillo - copertina
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Letteratura: Italia
Il giovane sbirro
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Descrizione


Quando ha deciso di entrare in polizia, Ferraro? Perché si è lasciato con la moglie? Quando ha smesso di fumare? Quale è stato il primo morto che ha visto nella sua carriera di poliziotto? Quando ha incontrato per la prima volta il suo collega Augusto Lanza? Molte erano le domande lasciate in sospeso da Biondillo sul passato del suo personaggio preferito. Questo nuovo romanzo risponde a tutto ciò. "Il giovane sbirro" racconta i primi anni di apprendistato nella polizia del futuro ispettore Ferraro e si colloca, cronologicamente, fra le cose avvenute dopo "Per sempre giovane" sino a quelle accadute il giorno prima di "Per cosa si uccide". In più c'è la ricerca di un immigrato albanese scomparso misteriosamente e in realtà finito nelle reti di una giustizia incomprensibile e assurda.

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Il giovane sbirro

Dettagli

Tascabile
343 p., Brossura
9788860884282

Valutazioni e recensioni

  • Renzo
    Troppa carne al fuoco

    Dopo la lettura, veramente appagante, di Per cosa si uccide, primo romanzo scritto da Gianni Biondillo, mi aspettavo, in tutta sincerità, una riconferma con questo Il giovane sbirro e invece mi sono trovato fra le mani un libro in cui gli innegabili pregi dell’autore risultano sprecati. Che si dovesse parlare dei precedenti dell’ispettore Michele Ferraro mi è sembrato giusto, anche perché così è stato possibile conoscere l’origine degli altri consueti personaggi di contorno (la moglie Francesca, da cui si separerà, la figlia Giulia, il simpatico e premuroso fruttivendolo Don Ciccio, i colleghi Lanza e Comaschi), però che questo avvenisse con il supporto di più di una indagine, anzi un bel po’ di più, e con il ricorso frequente a salti temporali non mi è andato giù. Sì, non l’ho gradito perché quando leggo un libro detesto tutte quelle vicende che mi ingenerano confusione e che tolgono il ritmo, demoliscono l’indispensabile tensione, finiscono quasi con l’indispettire. Biondillo ha messo troppa carne al fuoco e per complicare la cottura ha inserito dei frequenti flashback, così che ho avuto dei momenti di autentica confusione. Già l’inizio non è dei più accattivanti, perché se si dice che l’incipit ha la sua importanza, nel caso specifico mi ha fatto venire la voglia, dopo una decina di pagine, di abbandonare la lettura; ho tuttavia proseguito e per fortuna andando avanti le cose sono un po’ migliorate, con dei casi che mi hanno destato interesse, inframmezzati ad altri francamente un po’ banali, ma è solo verso la fine che ho cominciato a ritrovare il Biondillo che mi ha così favorevolmente impressionato con Per cosa si uccide, un po’ troppo tardi però per poter modificare il mio giudizio che non è certamente negativo, ma solo appena un po’ più che discreto.

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Foto di Gianni Biondillo

Gianni Biondillo

1966, Milano

Architetto e saggista scrive per il cinema e per la televisione. Fa parte della redazione di Nazione Indiana. Ha pubblicato per l'Universale di Architettura diretta da Bruno Zevi, Carlo Levi e Elio Vittorini. Scritti di architettura (1997) e Giovanni Michelucci. Brani di città aperti a tutti (1999). Nel 2001 ha pubblicato, per Unicopli: Pasolini. Il corpo della città, con un'introduzione di Vincenzo Consolo. Il suo primo romanzo, nel 2004 per i tipi di Guanda, è Per cosa si uccide, "un tributo di riconoscenza dello scrittore verso la propria città, che viene descritta in tutte le sue molteplici sfaccettature". Sempre per Guanda sono usciti Con la morte nel cuore  (2005), Per sempre giovane (2006), Il giovane sbirro (2007) e nel 2008 la raccolta di saggi...

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