Ho comprato questo libro per caso, puntando l'indice sullo scaffale della libreria con gli occhi chiusi.Centro!Dopo aver letto le prime cinquanta pagine ho disdetto gli impegni per due giorni e mi sono rinchiuso in camera per terminarlo. Glamorama è, a mio parere, la migliore opera di Ellis perchè rappresenta un fedele concentrato dei suoi romanzi precedenti. E' rapido,incalzante,avvincente, mischia il cinismo di American Psyco all'assoluta mancanza di ideali di Meno di zero e Le regole dell'attrazione. L'intero libro sembra un sogno ad occhi aperti dove l'imperativo diventa quello di capire fino a che punto può manifestarsi il genio debordante dell'autore. Senza questo libro non avrei conosciuto Ellis (e anche McInerney) e,probabilmente, non avrei mai cominciato a scrivere.Grazie Bret.
È un "modello aspirante attore" il protagonista di "Glamorama": è bellissimo e, se manca di personalità e carisma, gli basta però uno sguardo perché una donna si convinca ad andare a letto con lui. Suo malgrado viene coinvolto in un intrigo internazionale di terrorismo, scoprendo così l'abisso di orrore e morte dietro il glamour del suo ambiente. Un'invisibile macchina da presa segue le peripezie di Victor tra due continenti, scena dopo scena, ciascuna contrassegnata da un numero in ordine decrescente, come in un film. E, come in un film, è il dialogo a trionfare.
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Angela Bucci 02 settembre 2015
Glamorama è senz'altro un libro che, in una conversazione tra amici definiresti "un libro pazzesco". In tutti i sensi: per la scrittura, ossessivamente puntata sul dettaglio, come se il lettore non potesse andare oltre il campo visivo del protagonista. Non esistono campi lunghi, non esistono panoramiche o vedute d'insieme. Esistono solo primi e primissimi piani, di una crudezza a volte sbalorditiva, esistono solo particolari, esistono solo "coriandoli" di storia. C'è solo quello che il protagonista, Victor, riesce a cogliere con il suo sguardo perennemente allucinato, costantemente alterato da droghe e psicofarmaci. Tutti si servono di lui, persino lo stesso Ellis, che usa le sue allucinazioni come deus ex machina. Viene affidato a un verso di Even Better Than Real Thing degli U2 il compito di illustrare l'andamento del libro: "We'll slide down the surface of things". Scivoleremo sulla superficie delle cose. Come biglie di vetro su vetro, i protagonisti rotolano all'infinito, e noi con loro, in un continuo svuotamento della realtà, di privazione di comprensione e di senso. Superficie vitrea che attraverso la sua lattiginosa semi-trasparenza lascia vedere sprazzi d'orrore assoluto e raccapricciante. Glamorama è il lato brutto di ciò che è considerato bello, la parte marcia del glamour, seguita a distanza brevissima da una telecamera a spalla, seguendo un copione in continuo rifacimento: il bello fasullo e vuoto, che è marcio, e puzza di merda. Una prova letteraria di Bret Easton Ellis tale da lasciare annichiliti: silenzio e luci in sala, applausi.
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