La contemporaneità è globesa, o per dirla con un anglicismo, che è la lingua della contemporaneità, viviamo nell’era della globesity: dobbiamo volere tutto e ottenerlo e consumarlo, riempircene, rimpinzarcene, e continuare a volere, ottenere, consumare, rimpinzare, e poi stranirci se non siamo tutti snelli e sexy e erotici e desiderabili, cioè schizofrenici, cioè inappagati, e potenzialmente bulimici o anoressici, comunque in lotta con il nostro corpo cioè con la sua capacità di desiderare, inesauribile e giganteggiante, come se, incapaci di stare al mondo, avessimo deciso di risolvere il problema incorporandolo, distruggendolo fagocitandolo, perché quello di gola è il vizio più spaventoso e più visibile, il più dilagante.
Gola. La passione dell'ingordigia. I 7 vizi capitali
È il vizio che si vede, perché inscritto nella carne, oltre che nell'anima: cosa si può dire che non sia già stato detto sulla gola, sul vizio che con la sua diffusione planetaria è alla base del fenomeno dell'obesità globale o "globesity", come viene chiamata l'epidemia mondiale del sovrappeso? Si possono illustrare, accanto ai caratteri tradizionalmente attribuiti a questo peccato, tutti gli aspetti moderni che l'hanno modificato, attraverso gli eccessi del fast food e della McDonaldizzazione da un lato, e la ricerca dello slow food, del cibo genuino, biologico dall'altro. Il libro ripercorre le vicende dell'ingordigia, dagli smisurati e tragici banchetti del mondo antico ai menu del commissario Montalbano, dagli abusi gastronomici delle tavole imperiali all'insaziabile ingurgitare di Pantagruele. Se il rapporto col cibo è sempre stato difficile, ancor più difficile è trovare una misura tra concessione e proibizione. Ma poi peccato o malattia? Vizio volontario o predisposizione genetica, come si chiedono oggi dietologi e medici?
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Anno edizione:2008
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