Letto anche "È gradita la camicia nera", bel titolo per questa ricostruzione dei movimenti politici e dei legami tra politica di estrema destra, cattolicesimo della controriforma e ultras gialloblù nella nera Verona. Già, la ricca e bellissima Verona è anche il laboratorio dell'ultradestra italiana che guarda all'europa del Nord e dell'est. Chi ha frequentato gli stadi sa quanto siano politicizzati e neonazi i tifosi dell'Hellas, mi ricordo ancora il sasso lanciato verso il finestrino dell'autobus che ci stava portando in stazione a maggio 2009 dopo l'ultima di campionato. Ricordo anche il Congresso mondiale delle famiglie di fine marzo 2019 e la colorata, vivace e affollata manifestazione di protesta delle associazioni in quella giornata che sembrava di primavera inoltrata. In conclusione, un interessante resoconto giornalistico, con qualche ripetizione di troppo, che non ha la pretesa di spiegare la nascita di questa anomalia tutta veronese ma comunque un buon libro.
È gradita la camicia nera. Verona, la città laboratorio dell'estrema destra tra l'Italia e l'Europa
Verona è oggi l’immagine di un possibile futuro per l’Italia e per l’Europa, e questo libro è un invito a non distogliere lo sguardo.
«Con una vasta collezione di episodi fascisti ai nostri giorni, specialmente a Verona e dintorni, Berizzi ci rivela o ci ricorda che il fascismo è tragico, persino quando si tiene in disparte e in attesa.» – Furio Colombo, il Fatto Quotidiano
Nel cuore del ricco Nordest, Verona è il laboratorio italiano dell’estrema destra di potere. Qui ex skinhead e animatori di festival nazirock, capi ultrà che allo stadio inneggiano a Hitler ed esaltano “una squadra a forma di svastica”, tradizionalisti cattolici nemici giurati dell’illuminismo, dello Stato unitario e del “dilagante progressismo ecclesiale”, avvocati dal saluto romano fin troppo facile, promotori di cene e gite in cui “è gradita la camicia nera” entrano in consiglio comunale nella lista del sindaco, organizzano manifestazioni finanziate dal Comune, diventano presidenti di società partecipate o della commissione sicurezza, finiscono a capo dell’Istituto per la storia della Resistenza... In questo libro, Paolo Berizzi racconta le vicende e le contraddizioni di una città unica. Riavvolge il filo che risale non solo ai tempi della repubblica di Salò, di cui Verona fu una delle capitali, ma addirittura agli albori del movimento fascista, visto che quello di Verona fu, nel 1919, il “fascio terzogenito”, nato appena due giorni dopo la fondazione dei Fasci di combattimento in piazza San Sepolcro a Milano. Mostra il fertile terreno di coltura che ha alimentato l’eversione nera, da Ordine Nuovo alla Rosa dei venti al Fronte Nazionale di Franco Freda, o i deliri dei due serial killer che, firmandosi Ludwig, intendevano ripulire il mondo dalla “feccia morale e sociale”, sterminando prostitute, omosessuali, senzatetto, tossicodipendenti, presunti viziosi, preti scomodi. Fotografa un presente in cui la destra radicale monopolizza il tifo calcistico, le proteste ai tempi della pandemia, eventi come il Congresso mondiale delle famiglie.
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Anno edizione:2021
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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gigateo 08 marzo 2022Verona non a caso
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alegiubi 17 dicembre 2021Una luce sull'oscurità neofascista
Il saggio di Berizzi offre una panoramica molto interessante sulla galassia neofascista e neonazista della zona veneta in particolare. Verona viene presentata come l'epicentro della galassia nera italiana, indagando anche la storia fascista della città. Interessanti i capitoli iniziali su Ludwig e la tifoseria gialloblu. Ho trovato forse troppo ampia la parte finale sulla politica veronese, un po' troppo prolissa a mio parere per chi non è veronese. Di sicuro una lettura illuminante.
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