Ho ricevuto questo libro dall'editore in cambio di una recensione onesta. Non è mai semplice parlare e fare commenti su libri riguardanti questo genere, libri dove la realtà dei fatti viene raccontata in modo nudo e crudo. Grande Madre Acqua è un romanzo che non racconta semplicemente la storia di due bambini, è un misto di argomenti, avvenimenti ed emozioni che molto spesso si fa fatica a comprendere. I protagonisti della storia, Keiten e Lem, sono due orfani di guerra obbligati a vivere tra le quattro mura di un orfanotrofio in Macedonia (Jugoslavia). Alle mura di questo posto viene data un’importanza metaforica, oltre che fisica, portando il lettore a reputarle quasi le mura di una prigione che non permettono ai bambini di sognare o immaginare un futuro. Il romanzo, infatti, si basa proprio su questo contrasto: da una parte l’orfanotrofio in cui i bambini subiscono soprusi da parte degli adulti, posto tetro e cupo, e dall'altra la ricerca quasi cieca ma necessaria di questa “Grande Madre Acqua”, che altro non è che il rumore del lago più vicino capace di cullare i bambini e di instillare in loro un’enorme speranza di libertà. L’utilizzo della voce narrante di uno dei due protagonisti permette al lettore di entrare ancora di più in quella che è la storia raccontata; per il resto, lo stile di scrittura riesce a creare pause e dare i giusti accenti dove necessario. L’unica cosa che mi ha fatto storcere il naso è la massiva presenza dell’esclamazione "Che io sia maledetto!" all'interno del romanzo, perché a lungo andare, risulta quasi fuori luogo.
Grande Madre Acqua
Lem e Keïten sono orfani, due cani erranti nella Jugoslavia di Tito. Raccattati dalla strada, vivono in un ex manicomio adibito a orfanotrofio, circondati da un muro altissimo che impedisce ai loro sogni di farsi largo nel mondo reale. Quando i pidocchi invadono la Clarté, Lem e Keïten sono scortati sulla riva di un lago e tosati come bestie per arginare l'epidemia. La Madre Acqua li osserva inerme, sola responsabile della loro disgrazia e insieme unica fonte di speranza. Nell'orfanotrofio vige un clima di terrore. La compagna Olivera Srezoska e il piccolo padre Ariton Iakovleski tengono le redini di un serrato controllo. L'arte e la risata sono le uniche armi con cui è possibile bucare il muro e sentire ancora il mormorio della Madre Acqua. Un romanzo lirico e nero, l'antidoto che l'uomo porta con sé fin da quando è bambino per difendere la propria libertà.
-
Autore:
-
Traduttore:
-
Editore:
-
Collana:
-
Anno edizione:2018
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
-
Asia Paglino 11 novembre 2019
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da Feltrinelli, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.lafeltrinelli.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it