Sette persone senza memoria, addestrati a fronteggiare situazioni di pericolo, si risvegliano su una nave. Guidati da una voce artificiale, poco a poco prendono coscienza di ciò che sono e di qual è il loro compito. E la realtà sarà tutt'altro che facile da accettare. Un grido dall'ignoto è un thriller sci fi ambientato in un mondo post apocalittico in cui bisogna vedersela con zombie, una strana nebbia rossa che avvolge tutto e un morbo che fa letteralmente impazzire le persone. Le situazioni horror rendono l'atmosfera carica e intensa ma per chi non ama molto il genere fortunatamente non è molto splatter (breve opinione). La narrazione è scorrevole e il libro piuttosto breve, adatto a chi vuole approcciarsi al genere senza impegnarsi in lunghe saghe e mattoni. A mio avviso i lati negativi sono i troppi termini specifici in campo medico e bellico, che non rallentano la lettura ma a tratti la appesantiscono un po'. Ho apprezzato le tante scene d'azione: non ci si annoia mai, ma forse avrei preferito qualche riflessione in più sulla loro condizione, specie considerando i temi affrontati. Non sono riuscita a empatizzare troppo con i personaggi ma ho apprezzato molto che nonostante abbiano ruoli ben definiti (il marines, lo storico, la dottoressa) non cadano mai nello stereotipo. Interessante l'idea di usare l'amnesia come mezzo di protezione dal contagio, un tema che fa molto riflettere sul valore della memoria per l'umanità. Ora purtroppo non posso andare oltre perché i temi più significativi sono anche quelli che spoilerano molto sul finale del libro. Mi limito a consigliarlo, perché mi è piaciuto molto e mi ha fatto molto riflettere.
