Giada è costretta a fare i conti con un lutto difficile da elaborare: il suo compagno ha scelto di farsi plastinare ed ora è esposto in una mostra itinerante, a cui lei si reca ogni giorno. Egli, in vita, era un fotografo noti, artista riconosciuto a livello europeo; la loro relazione è nata dalla comune passione per la fotografia, ma poi il successo di lui ha eclissato le ambizioni di Giada, che si è "accontentata" di essere il suo soggetto preferito, con tutto ciò che nel bene e nel male ne sarebbe seguito: ha stretto sì la mano a critici e collezionisti famosissimi, se la sono spassata i due ai vernissage in giro per l'Europa, ma la luce di lei è diventata come quella della luna, riflessa. Ora, queste nuove circostanze pongono Giada di fronte a problemi apparentemente di non semplice risoluzione: va bene stare lì? va bene parlare a quella specie di statua di plastica, un ammasso di fasci muscolari e ossa? Per lei la risposta è sì. Il testo è strutturato come un conto alla rovescia, dove ogni capitolo indica il numero di giorni alla fine della mostra. Chiaramente la notizia della costante presenza della giovane donna lì presto comincerà ad attirare curiosità e attenzione, non senza qualche problema per la direzione, perché lei, con quello che non riesce ad accettare sia un cadavere, interagisce con naturalezza. Ma Giada sta piombando in un baratro senza fondo, butta giù ansiolitici come mentine, si chiude nel bagno delle donne e dialoga col suo riflesso nello specchio, in uno sdoppiamento dolorosamente consapevole. Qualcuno le offrirà solidarietà sincera, qualcun altro se ne terrà alla larga, qualcun altro ancora cercherà di sfruttare a suo vantaggio la cosa. Poi lo choc ultimo: un collezionista intende acquistare il "suo" cadavere. Quando un giorno Giada noterà che su uno dei bagni c'è un cartello che indica "guasto", comincerà a meditare la sua personale vendetta contro il compagno, distruggendo non solo metaforicamente quel muro che la sta separando dal mondo.
Guasti
Dopo la morte del compagno, fotografo di fama internazionale, Giada ha un insolito luogo dove andare a trovarlo: la sala in cui adesso è esposto il cadavere plastinato dell'uomo, trasformato in opera d'arte dal celebre anatomopatologo Dottor Tulp, come richiesto nelle sue volontà. Un countdown di trenta capitoli accompagna Giada nei trenta giorni di durata della mostra, e mentre i ricordi della vita vissuta all'ombra dell'amato si mischiano agli incontri con giornalisti, critici d'arte e visitatori, il premuroso "vigilante del piano di sotto" cerca di indicarle una via di uscita per quel lutto troppo difficile da elaborare. Quando tutto sembra potersi risolvere, ecco la notizia: un appassionato di arte è intenzionato ad acquistare il fotografo plastinato per la propria collezione privata. Giada è dunque chiamata a prendere una decisione: rischiare di non vedere mai più l'amato o finalmente agire?
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Anno edizione:2018
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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LuigiAmendola 02 settembre 2024Un lutto particolare
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Luciat 25 aprile 2023Interessante, angosciante e introspettivo
Un’idea geniale, una trama non scontata. La mostra Real bodies (che qui però non viene nominata, ho immaginato fosse quella) ha attirato molta attenzione e visitatori ma nessuno ha mai provato a riflettere su questo aspetto. Non si pensa che sono davvero delle persone o sicuramente non ci ricordiamo che queste persone hanno una storia e degli affetti. Un conto alla rovescia delirante ma realistico di una donna che deve vedere quotidianamente il corpo del proprio marito defunto in una mostra. Un libro abbastanza leggero, si legge velocemente ma ha stimolato in me alcune riflessioni che non mi sarei aspettata. A volte difficile da seguire il ragionamento delirante della donna.
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LucaCuomo 06 febbraio 2023Un libro che ti lascia spiazzato
Storia un po' fantascientifica, anzi molto fantascientifica. Mi ha lasciato spiazzato soprattutto il modo in cui è stato scritto, come se l'intera vicenda si svolgesse nella mente della protagonista, in modo anche abbastanza confusionario.
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