Herscht 07769 - László Krasznahorkai - copertina
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Letteratura: Ungheria
Herscht 07769
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Descrizione

Dal vincitore del Premio Nobel per la Letteratura 2025

Modulando l’umorismo malinconico che è un tratto inconfondibile della sua straordinaria scrittura, László Krasznahorkai spiazza ancora una volta i lettori con un romanzo di terribile attualità, che parla di una piccola città ma ha il respiro universale della grande letteratura.

«Fra più bravi nel panorama della letteratura mondiale di questi tempi.»Wlodek Goldkorn

«Un'apocalisse della Turingia, comica e nera come la pece, come solo László Krasznahorkai la poteva immaginare.»Die Presse


Kana sembra una delle tante cittadine dimenticate della Turingia, e proprio la sua remota desolazione ha attratto un manipolo di neonazisti. Gli abitanti li guardano con timore e sospetto. Solo Florian Herscht è convinto di avere amici da entrambe le parti. È un uomo robusto, gentile, chiaroveggente in virtù della sua innocenza, che crede devotamente in Bach, ha paura dei tatuaggi, è convinto che l'universo sia condannato a perdersi nel nulla e per informare tutti della catastrofe scrive lettere in modo ossessivo, persino ad Angela Merkel, che non gli risponde mai. All'improvviso al limitare della foresta arrivano i lupi: la fine del mondo si avvicina. Modulando l'umorismo malinconico che è un tratto inconfondibile della sua straordinaria scrittura, László Krasznahorkai spiazza ancora una volta i lettori con un romanzo di terribile attualità, che parla di una piccola città ma ha il respiro universale della grande letteratura.

Dettagli

30 ottobre 2025
496 p., Brossura
9788830109209

Conosci l'autore

Foto di László Krasznahorkai

László Krasznahorkai

1954, Gyula (Ungheria)

László Krasznahorkai, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 2025 «per la sua opera avvincente e visionaria che, nel mezzo del terrore apocalittico, riafferma il potere dell'arte», è uno scrittore ungherese, Paese che ha lasciato nel 1987 per Berlino Ovest, per poi vivere negli Usa, in Cina, in Giappone. Ha vinto numerosi premi internazionali, tra i quali nel 2015 l’International Man Booker Prize. La critica lo considera il più grande scrittore ungherese vivente, sia per i suoi romanzi sia per i suoi racconti. Susan Sontag l’ha definito "il maestro ungherese dell’apocalisse" e a questo ha risposto in un'intervista per il Corriere della Sera: «L'apocalisse è la condizione del nostro mondo, il suo...

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