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Ho molti amici gay. La crociata omofoba della politica italiana
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Ho molti amici gay. La crociata omofoba della politica italiana - Filippo Maria Battaglia - copertina
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Ho molti amici gay. La crociata omofoba della politica italiana

Descrizione


La storia, succinta e dettagliata, di quanto la discriminazione e il pregiudizio contro gli omossessuali siano radicati nella politica e nella nostra società.

Non possono fare gli insegnanti né i capi scout, non devono baciarsi e tenersi per mano in pubblico, vanno curati e, se possibile, redenti. Da sempre la politica italiana dice di non avere «nulla contro gli omosessuali» eppure, da sempre, li discrimina. C’è chi invoca «sobrietà», chi domanda «discrezione», chi chiama in causa la Bibbia, chi ricorre a citazioni d’autore. Passano gli anni, cambiano i toni e gli interlocutori ma il risultato – nonostante gli ultimi passi in avanti – resta lo stesso: diffidenza e fastidio, fi no all’aggressione verbale e all’insulto. Sin dal dopoguerra la crociata contro i «malati» e gli «anormali» recluta quasi tutti: capi di Stato e di governo, ministri e parlamentari, segretari e leader di partito. Attecchisce a destra ma spopola anche a sinistra, coinvolgendo fi gure insospettabili e venerati padri della patria. «Ho molti amici gay» non è solo l’immancabile premessa di rito prima di ogni discorso omofobo, dentro e fuori dall’Aula. È la storia, succinta e dettagliata, di quanto la discriminazione e il pregiudizio contro gli omossessuali siano radicati nella politica e nella nostra società. Garantendo all’Italia l’infelice primato del Paese con la classe dirigente più omofoba in Europa.

Enrico Berlinguer su Jean-Paul Sartre (1949)
«Un degenerato lacchè dell’imperialismo, che si compiace della pederastia e dell’onanismo»

Palmiro Togliatti su André Gide (1950)
«Se quando ha visitato la Russia nel 1936 gli avessero messo accanto un energico e poco schizzinoso bestione che gli avesse dato le metafisiche soddisfazioni ch’egli cerca, quanto bene avrebbe detto, al ritorno, di quel Paese!»

Carlo Donat Cattin sulla prevenzione dell’HIV (1987)
«Non posso certo fare la réclame del coito anale né dei preservativi, che non sono sicuri contro l’AIDS perché sbordano e si rompono» «Questi, oltre che omosessuali, sono anche maniaci. I miei funzionari li ascoltano, io ho altro da fare»

Giuliano Amato (2000) Per spiegare il mancato rinvio del Gay Pride dice in Aula:
«Purtroppo dobbiamo adattarci a una situazione nella quale vi è una Costituzione che ci impone vincoli e costituisce diritti»

Carlo Giovanardi (2012)
«Un bacio in pubblico tra due omosessuali? Come la pipì in strada»

Massimo D’Alema e Matteo Salvini (sui diritti delle coppie gay)
«Perché perdere tempo a discutere le faccende di pochi?»

Roberto Calderoli
«Essere culattoni è un peccato capitale: chi riconosce per legge le unioni è destinato alle fiamme dell’inferno»
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Dettagli

2017
13 aprile 2017
126 p., Brossura
9788833928395
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Indice

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I. Tolleranza repressiva: le storie al buio degli omosessuali
Niente sanzioni, bastano le mani. Anzi, i piedi - Non apparire: servono forma e discrezione - E il Pci impose il silenzio - Buon gusto e dignità: niente piazze né funerali - Un bacio in pubblico? - Come la pipì in strada. Non solo a destra

II. Decoro e buon gusto: la crociata omofoba in difesa del costume
Gli omosessuali? Come le prostitute. I balletti verdi e la Norimberga del vizio - Divorzio, aborto e femminismo: lo spettro della società omosex - Da Visconti a Lino Banfi, la caccia al cinema capovolto - Arrivano i pistoloni: la battaglia di civiltà nella seconda repubblica

III. Uguali, ma fino a un certo punto
Il male necessario. Le prime proposte sui diritti delle coppie gay - No ai matrimoni, meglio le raccomandate: ecco i Di.co - Basta il Codice civile. Anzi no, ma solo per i deputati - Arrivano le unioni, le adozioni no. Sennò il bambino parte con l'handicap - Niente case né locali per i vizi dei diversi - Dalle aule ai boy scout, i nostri figli non siano affidati a loro

IV. Contro la dittatura delle lobby omo
I veri discriminati sono gli etero - Da D'Alema alla Lega: Perché perdere tempo a discutere di faccende di pochi?

V. L'avversario? Sempre gay
a Frocii!: la repubblica degli arrùsi - Gide, Pasolini, i metalmeccanici: chi sono i borghesi degenerati - La fuga della zia Vincenza - Molluschi e marinai: la destra attacca i capovolti - Calunnie e dossier, se il pettegolezzo diventa un caso di Stato

VI. A tu per tu con il diverso
Piacere Giò! Andreotti, Almirante e la signora Stajano - Lo sfogo di Pajetta e quel frustino sul collo di Bertinotti - Le unghie di Vendola e il bagno di Luxuria

VII. Vizio, peccato, malattia: l'omosessualità è contro naturaAiutiamoli, possono essere curati - Sono pedofili e turpi corruttori - E il ministro disse: contro l'Aids niente preservativi, sbordano - L'inferno Noè p l'Apocalisse: Dio ci castigherà per tutto questo

VIII. Violenza verbale (e non solo): quando la discriminazione è radicale
Checche e finocchi tra garrote e foibe - Multe e ca5rcere contro il vizio omofilo - Niente lavoro se omosessuali

XIX. L'omofobia? Un dato (di fatto). Il confronto con gli altri Paesi europei

Valutazioni e recensioni

 Lushka
Recensioni: 5/5

Mancava un saggio simile, temi come l'omofobia ampiamente presente nel nostro Parlamento, dal passato a tempi più recenti sono sempre scottanti e da portare all'attenzione. Presenti pure alcuni 'scandali' che fecero scalpore tra i politici della vecchia classe dirigente. Si cercò di insabbiarli ma dei giornali di allora se ne occuparono ampiamente alimentando gli stigmi

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Filippo Maria Battaglia

1984, Palermo

Filippo Maria Battaglia, nato a Palermo nel 1984, giornalista di «Sky TG24», vive a Milano. Ha scritto tra l’altro per le pagine culturali di «Panorama», «Il Foglio», «Il Giornale», e dell’edizione siciliana di «Repubblica». Ha pubblicato I sommersi e i dannati. La scrittura dispersa e dimenticata nel ’900 italiano (2013), A sua insaputa. Autobiografia non autorizzata della Seconda Repubblica (con A. Giuffre`, 2013) e Professione reporter. Il giornalismo d’inchiesta nell’Italia del dopoguerra (con B. Benvenuto, 2008). Ha inoltre curato diverse antologie giornalistiche, tra cui Scusi, lei si sente italiano? (con P. Di Paolo, 2010) e Facce da schiaffi di Fortebraccio (con B. Benvenuto, 2009). Per Bollati...

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