L'inizio è forse un po' banale ma trama è avvincente e il messaggio soprattutto. L'ho visto come un nuovo modo di vedere la questione e riflettere! Lo consiglio!
Il protagonista è un uomo svuotato, malinconico, deluso. Ha creduto con passione all'ideale comunista e, dopo quasi dieci anni, non si è ancora del tutto rassegnato al crollo di un mondo e alla resa di quanti, come lui, avevano coltivato quella fede politica. Mario ha creduto con altrettanta passione nella famiglia, e ha cercato di crearsene una: non ci è riuscito, nonostante abbia cresciuto con dedizione e con pazienza prima i figli della moglie e poi quello nato dal suo matrimonio. E nemmeno le dinamiche del fallimento del rapporto coniugale gli sono poi molto chiare: l'amore che lo lega ai tre figli rimane dunque l'unica certezza della sua vita. Anche sul fronte professionale - è giornalista televisivo - sente fatiche e stanchezze: con la vittoria della destra è stato epurato e adesso vivacchia in radio, senza più desideri né ambizioni. L'incontro occasionale con Sonja, una giovane pianista russa che vive con l'altera nonna e la figlia di pochi anni, lo risucchia in una storia tragica e misteriosa che di donna in donna risale verso il tassello mancante, verso quel buio di domande senza risposta che è diventato il suo tormento.
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Anno edizione:2009
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Formato:Tascabile
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Valentina Mura 11 luglio 2019
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La storia sembra quasi un pretesto per poter parlare del comunismo, attraverso dei personaggi piuttosto che tramite un saggio è più facile e più piacevole far emergere storie e pensieri, idee. A tratti la narrazione mi sembra confusa, nei dialoghi talvolta non capisco bene chi sia a parlare. Obiettivamente quest'opera mi sembra migliore come possibile realizzazione di un film che come romanzo. Giunta alla fine mi è venuto spontaneo fare il parallelo con "Venuto al mondo" di Margaret Mazzantini, forse per l'epilogo drammatico, forse perché si va a scavare in passati dolorosi, per le storie terribili che vengono alla luce dopo anni; ma, mentre nel libro della Mazzantini ho trovato un pathos, un'energia ed una necessità di leggere voracemente fino alla fine, qui mi sono sentita un po' infiacchita dal ritmo della narrazione. Il racconto mi pare nettamente diviso in due parti, la prima più lunga e molto teorica, piena di elucubrazioni, la seconda più breve in cui il romanzo diventa più movimentato e drammatico, anche se spesso poco credibile. Non ho ancora capito se mi è piaciuto, probabilmente non molto, il lato incentrato sull'analisi sociale e politica mi è rimasto pesante,mentre la parte più romanzesca l'ho trovata forzata, ho avvertito un voler far tornare tutto, un voler chiudere comunque con un vissero felici e contenti in barba agli eventi tragici raccontati fino alla pagina prima. Insomma mi sembra un'operazione non riuscita in pieno, una fusione di ideali e di storie da raccontare accoppiate male. La storia è stata un po' più coinvolgente verso la fine, ma non c'è equilibrio, non c'è una visione d'insieme amalgamata, la storia d'amore sembra inserita al solo scopo di raccontare i dilemmi esistenziali del protagonista e gli errori fatti dal comunismo quando è diventato totalitarismo. Dallo stile di scrittura si avverte la Comencini prevalentemente come una regista, il libro assomiglia più ad una sceneggiatura che ad un'opera letteraria. Tutti vogliono far tutto ma non tutto può essere fatto bene e a livello professionale allo stesso modo. Citazioni: "Cos'è la paura se non questo? L'Idea che possa succederti qualcosa, all'improvviso." "...la questione che mi tormentava da danni: quanto male si era fatto progettando il bene." "Il pensiero umano non può compiersi nel tempo di una vita, non può essere valido per sempre. Ma è proprio questa la sua grandezza, la possibilità di superarsi continuamente." http://lemieletturecommentate.blogspot.it/
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CRISTINA ANDREOLI 01 dicembre 2010
un libro lento, malinconico, forse a tratti un pò esagerato.Il linguaggio efficace della comencini si perde un pò nelle elucubrazioni tristi e malinconiche del protagonista, che sembra vivere soltanto per trovare il modo di continuare ad essere comunista senza vergognarsene e senza doversi giustificare. Un pò come molti di noi
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