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Anno edizione: 2021
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Con uno stile e un linguaggio accessibile anche ai semplici curiosi, Rupert Sheldrake individua dieci "dogmi" del materialismo, trasforma ciascuno di essi in una domanda e a ciascuno dedica uno dei capitoli del libro, in cui sottopone a esame la sua credibilità, i problemi e le anomalie che possono metterlo in crisi, le ricadute nella pratica della vita e della ricerca dell'atteggiamento fideistico che lo supporta.
«L'autore mette in discussione l'idea che la scienza abbia già compreso la natura della realtà e, così facendo, libera lo spirito della ricerca» – Times
La Scienza si è illusa di aver già compreso la natura della realtà: le questioni fondamentali hanno già trovato risposta, lasciando solo i dettagli da definire. Rupert Sheldrake, esponente di un approccio "organicista" alla scienza, pensa invece che le scienze stiano attraversando una impasse determinata proprio da ipotesi mai messe in dubbio, accettate come altrettanti articoli di fede. Egli sostiene che la "visione scientifica", ancorandosi ai suoi assunti trasformati in dogmi, sia diventata un sistema di credenze: tutta la realtà è o materiale o fisica, il mondo è una macchina e la materia è priva di coscienza, le leggi di natura sono costanti, la coscienza non è altro che l'attività fisica del cervello e Dio vive solo come un'idea nella mente umana, la medicina meccanicistica è l'unica che funziona veramente e così via. Sheldrake, con uno stile e un linguaggio accessibile anche ai semplici curiosi, individua dieci "dogmi" del materialismo, trasforma ciascuno di essi in una domanda e a ciascuno dedica uno dei capitoli del libro, in cui sottopone a esame la sua credibilità, i problemi e le anomalie che possono metterlo in crisi, le ricadute nella pratica della vita e della ricerca dell'atteggiamento fideistico che lo supporta. Aprendo nuovi possibili percorsi di indagine, svincolandosi da tali dogmi, la scienza sarebbe migliore: più libera, più interessante, persino più divertente.
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